(Donor No. 34576148-2, TixNeoVek* Inc.)
Ho mani fragili, un grembo di pane.
Conosco il gergo stolto degli inverni
ne ho inscritto il silenzio sulle labbra,
la solitudine di tutte le porte
dove ho costretto l’esilio dei passi.
Qui si sconfina come a terra franca
la satira di un sole, o la sua surroga.
Ignoro chi accolgo, la vita
che mi diedero da crescere.
Mi parla un idioma losco, straniero.
Tento una voce. Le risponde il vuoto.
Tendo la mano. Ne raccolgo cenere.
Sono lo strappo, ripudio d’un dono.
Questo soltanto so offrirti, mentre ora
a me giungi oscuro e limpido. Fiore
ottuso, aporia del nulla.
(*) TioNeoVek: istituto per la maternità surrogata