Novantaquattresimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.
Il tema affrontato oggi è L’Italia in poesia con il confronto fra poesie di Dante, Petrarca, Mameli, Pasolini.
Le poesie proposte oggi, all’insegna del più sincero patriottismo, sono dedicate al nostro Paese, al “bel paese là dove ‘l sì suona” (Inf. XXXIII, v. 80).
E proprio da Dante partiamo, dal Dante del Canto VI del Purgatorio in cui, per voce di Sordello, è l’amara invettiva a un paese, che si è fatto servo, a dominare completamente lo spazio centrale del canto. Usando toni che oscillano dal rimbrotto al sarcasmo, Dante mette a nudo le contraddizioni del Paese, le continue lotte intestine che vedono fra di loro coinvolte le diverse città, con l’incapacità da parte dell’autorità imperiale di rispristinare l’ordine, la coesione che sarebbe auspicabile per il suo “giardino”. Molti dei vizi, delle incapacità e delle inefficienze che vengono denunciate da Dante hanno una sorprendente similitudine con le attuali, tanto da rendere l’invettiva quanto mai applicabile al contesto di oggi.
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DANTE
(Da “La Divina Commedia”, Purgatorio VI, vv.76-151)
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!
Quell’anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l’un l’altro si rode
di quei ch’un muro e una fossa serra.
Cerca, misera, intorno da le prode
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
s’alcuna parte in te di pace gode.
Che val perché ti racconciasse il freno
Iustinïano, se la sella è vòta?
Sanz’esso fora la vergogna meno.
Ahi gente che dovresti esser devota,
e lasciar seder Cesare in la sella,
se bene intendi ciò che Dio ti nota,
guarda come esta fiera è fatta fella
per non esser corretta da li sproni,
poi che ponesti mano a la predella.
O Alberto tedesco ch’abbandoni
costei ch’è fatta indomita e selvaggia,
e dovresti inforcar li suoi arcioni,
giusto giudicio da le stelle caggia
sovra ’l tuo sangue, e sia novo e aperto,
tal che ’l tuo successor temenza n’aggia!
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L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
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