Su “Terrestri d’adozione” di Stefano Taccone (Edizioni Progetto Cultura, 2021)

Colpisce leggendo questa ultima raccolta di Stefano Taccone la scelta di una strada assolutamente personale, proiettata a capofitto nel solco della poesia post-novecentesca, come bene evidenziato da Gino Rago nella sua prefazione all’opera.

Stefano Taccone rinuncia al registro lirico e, a maggior ragione, a quello tragico, entrambi sempre meno adatti a ritrarre la realtà che ci circonda, e sceglie una poesia materica che si immerge a piene mani nei problemi e nelle contraddizioni della contemporaneità, iscrivendosi così in una forma nuova di poesia sociale (o civile in senso lato) in cui il veicolo ideale per mettere alla berlina contraddizioni, idiosincrasie, paranoie della civiltà contemporanea – neoliberista, consumista e dipendente da Internet e social network – è un linguaggio che punta sulla ironia e sul sarcasmo, con punte anche nel grottesco: la poesia rinuncia alla sua assolutezza algida e distaccata per “sporcarsi le mani” con tutto quanto è, appunto, terrestre, imperfetto per natura, spesso paradossale senza volerlo. La scelta formale – su cui bene insiste Letizia Leone nella sua nota in postfazione – insiste allora sull’uso di paranomasie estreme, rime e assonanze insolite e stranianti, calembour, forti inserzioni di “slang” giovanile o comunque della comunicazione informale quotidiana: tutto questo per dare un affresco a vivo del contemporaneo, indagarlo e sabotarlo dall’interno, portandolo sul banco degli imputati per assumersi le proprie responsabilità (quelle sì sconcertanti, spesso tragiche).

Gli uomini ne emergono nella loro completa nudità e inadeguatezza di “primati / senza alcun primato” (tra virgolette citiamo dall’opera), afflitti da una “malattia socializzata” sempre più invadente e difficile da scalzare, “animale social” come evoluzione degradata dell’aristotelico “animale sociale”: la forma poetica centrata soprattutto su versi brevi o brevissimi, raramente oltre la misura del novenario, e frequentemente rimati o in assonanza o consonanza fra di loro, contribuiscono a dare un ritmo incalzante quasi da canzonetta straniata e straniante, un incubo a occhi aperti a cui si sommano numerose divagazioni oniriche (e ironiche insieme) presenti nei testi ai quali non manca una considerevole dose di fantasia e irriverente creatività.

Se è vero, allora, che siamo terrestri forse solo per adozione, frutto di qualche inspiegabile innesto da parte di una specie aliena – azzarda Taccone – c’è per lo meno da sperare che si possa, anche grazie al merito di questi versi, riscoprirsi finalmente umani, come si è, come si dovrebbe essere: non per adozione, ma per sincera vocazione, per costituzione naturale.

Per consultare il sito dell’editore

Pubblicato da Fabrizio Bregoli

Fabrizio Bregoli, nato nel bresciano, risiede da vent’anni in Brianza. Laureato con lode in Ingegneria Elettronica, lavora nel settore delle telecomunicazioni. Ha pubblicato le raccolte di poesia: “Cronache provvisorie (VJ, 2015), “Il senso della neve” (puntoacapo, 2016), “Zero al quoto” (puntoacapo, 2018), “Notizie da Patmos” (La Vita Felice, 2019). Ha inoltre realizzato per i tipi di Pulcinoelefante il libriccino d’arte “Grandi poeti” (2012) e per la collana Fiori di Torchio la plaquette “Onora il padre” (Serégn de la memoria, 2019). Sue opere sono incluse in “Lezioni di Poesia” (Arcipelago, 2015) a cura di Tomaso Kemeny e in “iPoet Lunario in Versi 2018” (Lietocolle, 2018), sulle riviste “Il Segnale”, “Atelier”, “Alla Bottega”, “Le voci della luna”, “Il Foglio Clandestino”, “Frequenze poetiche” e in numerose antologie e blog di poesia. È fra gli autori aderenti e censiti sul sito Italian Poetry, nato per la diffusione della poesia italiana nel mondo. Gli sono stati assegnati numerosi premi fra i quali: per la poesia inedita, i Premi “San Domenichino”, “Il Giardino di Babuk”, “Giovanni Descalzo”, “Dante d’Oro” , il “Premio della Stampa” al Città di Acqui Terme; per la poesia edita i Premi “Guido Gozzano”, “Rodolfo Valentino”, “Città di Umbertide” e il “Premio Letterario Internazionale Indipendente”. È stato inoltre finalista ai Premi Caput Gauri, Lorenzo Montano e Bologna in Lettere. Sulla sua poesia hanno scritto Tomaso Kemeny, Giuseppe Conte, Ivan Fedeli, Mauro Ferrari, Piero Marelli, Vincenzo Guarracino, Corrado Bagnoli, Sebastiano Aglieco, Paolo Gera, Sergio Gallo, Stefano Vitale, Eleonora Rimolo, Pierangela Rossi, Enea Roversi, e molti altri. Collabora come recensore con il sito “CasaMatta", con la pagina Facebook “Poeti Oggi” e fa parte della redazione di Laboratori Poesia per cui cura la rubrica “Poesia a confronto”.

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