Sessantacinquesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.
Il tema affrontato oggi è La fine dell’amore con il confronto fra poesie di Catullo, Majakovskij, Achmatova, Pavese.
Quando un amore finisce è una parte della nostra vita a finire, a chiedere trasformazione e cambiamento, spesso con un forte sovvertimento della nostra interiorità, della nostra catena di valori, delle nostre abitudini e convinzioni. Al dramma della perdita, della fine, è appunto dedicato il confronto di oggi.
Nel carme VIII Catullo affronta la necessità, ormai categorica, di rompere definitivamente con Lesbia, di non essere più schiavo del suo amore. Sono lontani i giorni sereni vissuti con Lesbia (“candidi soles”), quelli dei giochi amorosi, del reciproco cercarsi e concedersi; ora occorre resistere (“obdura”): questa è la nuova parola d’ordine, cioè prendere coscienza dell’inganno che è stato, accettare il distacco e l’abbandono. Ma non mancano le parole di rimprovero a chi questo inganno ha consumato, parole che prendono la forma di una sequenza di domande retoriche incalzanti, che sono veri e propri capi d’accusa a Lesbia, compreso quello splendido e carnale “cui labella mordebis?”, in cui è ancora vivo, in tutta la sua pienezza, il segno indelebile di quella grande passione che fu.
[…]
Si affida invece a un blues struggente Cesare Pavese, scegliendo la lingua inglese, la lingua madre della donna che ha distrutto i suoi sogni d’amore, una delle cause probabili che di lì a poco lo porteranno al gesto del suicidio, quel “vizio assurdo” che da sempre regnava nella sua anima. La musicalità quasi spensierata della poesia contrasta inequivocabilmente con il contenuto che parla di ferita, di tradimento, di una morte che è pronta ad annunciarsi per chi non ha saputo vivere, pur provandoci con ogni mezzo consentito (“some one who tried / but didn’t know”). Tutto, si direbbe, a compimento di una sorte in realtà da sempre segnata.
CESARE PAVESE
(Da Verrà la morte e avrà i tuoi occhi – Einaudi, 1951)
LAST BLUES, TO BE READ SOME DAY
‘T was only a flirt
you sure did know-
some one was hurt
long time ago.
All is the same
time has gone by-
some day you came
some day you’ll die.
Some one has died
long time ago-
some one who tried
but didn’t know.
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L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
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