Peso, massa e poesia nella fisica classica – sul blog CasaMatta

Sul primo numero del blog CasaMatta appare un mio articolo in cui azzardo possibili corrispondenze (il termine baudelairiano non è affatto inadeguato) fra l’uso delle parole in poesia e il concetto tutto fisico di massa e peso.

Peso, massa e poesia nella fisica classica

Dico nell’articolo :

Pensiamo che sia possibile istituire delle importanti relazioni fra la parola e i concetti di massa e di peso. Data una lingua di riferimento (che assimiliamo a un possibile sistema di misura), come ben sappiamo, questa associa, in maniera idealmente univoca, ma non necessariamente non equivoca, a ogni oggetto una parola che lo rappresenta, un segno. Pensiamo a una foglia: essa diventerà, a seconda della lingua, “foglia”, “feuille”, “leaf”, “葉”. Possiamo immaginare che questo segno, questa parola, rappresenti idealmente una massa: è un’invariante nella lingua in esame perché non cambia mai nella sua quantità di lettere, sillabe, suoni affinché possa descrivere in maniera precisa l’oggetto. La parola senza una lingua a cui appartiene è un segno isolato, una massa pura, senza peso. Non prende peso e quindi non esprime relazioni. È la lingua a attribuire il peso.

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Molto diverso è il peso che la parola “foglie” assume nella celeberrima poesia “Soldati” di Giuseppe Ungaretti. […] In questo caso il confinamento della parola “foglie” in un singolo verso brevissimo che è anche quello finale della poesia genera un effetto forte che ci fa percepire quella parola come cruciale; il gioco delle forze è stato alterato come se ci trovassimo in un fortissimo campo gravitazionale che ha conferito alla massa “foglie” un peso titanico. Potremmo dire che, se nel primo caso si camminava sulla Luna, ora sembra di camminare su una stella di neutroni, in cui la massa per unità di volume è altissima. La poesia (ma la letteratura in genere) ha proprio questa capacità: alterare gli equilibri di gravità e, in questo modo, creare nuove relazioni, nuovi significati, pur partendo da un insieme di partenza (le parole di una lingua) che è sempre il medesimo.

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Potete leggere l’articolo completo sul blog CasaMatta

Pubblicato da Fabrizio Bregoli

Fabrizio Bregoli, nato nel bresciano, risiede da vent’anni in Brianza. Laureato con lode in Ingegneria Elettronica, lavora nel settore delle telecomunicazioni. Ha pubblicato le raccolte di poesia: “Cronache provvisorie (VJ, 2015), “Il senso della neve” (puntoacapo, 2016), “Zero al quoto” (puntoacapo, 2018), “Notizie da Patmos” (La Vita Felice, 2019). Ha inoltre realizzato per i tipi di Pulcinoelefante il libriccino d’arte “Grandi poeti” (2012) e per la collana Fiori di Torchio la plaquette “Onora il padre” (Serégn de la memoria, 2019). Sue opere sono incluse in “Lezioni di Poesia” (Arcipelago, 2015) a cura di Tomaso Kemeny e in “iPoet Lunario in Versi 2018” (Lietocolle, 2018), sulle riviste “Il Segnale”, “Atelier”, “Alla Bottega”, “Le voci della luna”, “Il Foglio Clandestino”, “Frequenze poetiche” e in numerose antologie e blog di poesia. È fra gli autori aderenti e censiti sul sito Italian Poetry, nato per la diffusione della poesia italiana nel mondo. Gli sono stati assegnati numerosi premi fra i quali: per la poesia inedita, i Premi “San Domenichino”, “Il Giardino di Babuk”, “Giovanni Descalzo”, “Dante d’Oro” , il “Premio della Stampa” al Città di Acqui Terme; per la poesia edita i Premi “Guido Gozzano”, “Rodolfo Valentino”, “Città di Umbertide” e il “Premio Letterario Internazionale Indipendente”. È stato inoltre finalista ai Premi Caput Gauri, Lorenzo Montano e Bologna in Lettere. Sulla sua poesia hanno scritto Tomaso Kemeny, Giuseppe Conte, Ivan Fedeli, Mauro Ferrari, Piero Marelli, Vincenzo Guarracino, Corrado Bagnoli, Sebastiano Aglieco, Paolo Gera, Sergio Gallo, Stefano Vitale, Eleonora Rimolo, Pierangela Rossi, Enea Roversi, e molti altri. Collabora come recensore con il sito “CasaMatta", con la pagina Facebook “Poeti Oggi” e fa parte della redazione di Laboratori Poesia per cui cura la rubrica “Poesia a confronto”.

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