Sul primo numero del blog CasaMatta appare un mio articolo in cui azzardo possibili corrispondenze (il termine baudelairiano non è affatto inadeguato) fra l’uso delle parole in poesia e il concetto tutto fisico di massa e peso.
Peso, massa e poesia nella fisica classica
Dico nell’articolo :
“Pensiamo che sia possibile istituire delle importanti relazioni fra la parola e i concetti di massa e di peso. Data una lingua di riferimento (che assimiliamo a un possibile sistema di misura), come ben sappiamo, questa associa, in maniera idealmente univoca, ma non necessariamente non equivoca, a ogni oggetto una parola che lo rappresenta, un segno. Pensiamo a una foglia: essa diventerà, a seconda della lingua, “foglia”, “feuille”, “leaf”, “葉”. Possiamo immaginare che questo segno, questa parola, rappresenti idealmente una massa: è un’invariante nella lingua in esame perché non cambia mai nella sua quantità di lettere, sillabe, suoni affinché possa descrivere in maniera precisa l’oggetto. La parola senza una lingua a cui appartiene è un segno isolato, una massa pura, senza peso. Non prende peso e quindi non esprime relazioni. È la lingua a attribuire il peso.
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Molto diverso è il peso che la parola “foglie” assume nella celeberrima poesia “Soldati” di Giuseppe Ungaretti. […] In questo caso il confinamento della parola “foglie” in un singolo verso brevissimo che è anche quello finale della poesia genera un effetto forte che ci fa percepire quella parola come cruciale; il gioco delle forze è stato alterato come se ci trovassimo in un fortissimo campo gravitazionale che ha conferito alla massa “foglie” un peso titanico. Potremmo dire che, se nel primo caso si camminava sulla Luna, ora sembra di camminare su una stella di neutroni, in cui la massa per unità di volume è altissima. La poesia (ma la letteratura in genere) ha proprio questa capacità: alterare gli equilibri di gravità e, in questo modo, creare nuove relazioni, nuovi significati, pur partendo da un insieme di partenza (le parole di una lingua) che è sempre il medesimo.

Potete leggere l’articolo completo sul blog CasaMatta