Sul lit-blog Laboratori Poesia trovate oggi la nota di lettura al bel libro “Incerto Confine” (disegnodiverso, 2019), un progetto molto originale in cui poesia (Stefano Vitale) e immagini (Albertina Bollati) si uniscono in un disegno comune di scrittura a favore della civiltà, del rispetto, della accoglienza.
Dalla nota di lettura:
È sempre affascinante quando diverse forme d’arte si incontrano e si uniscono in un progetto condiviso, tanto più quando a creare questa comunione è l’impegno, la scelta etica di dire senza false pudicizie o remore, a costo di risultare scomodi, dissenzienti rispetto a molti luoghi comuni. Questo è quanto accade nel libro “Incerto confine” dove, in un progetto riuscito e convincente, poesia e immagine vivono in reciproca simbiosi, in un equilibrio ben misurato in cui nessuna delle due arti viene a prevaricare sull’altra, le due forme anzi si integrano felicemente, fino a fondersi insieme sulla stessa pagina: versi che si innestano all’interno dei disegni e immagini che attraversano e si compenetrano con i versi in un intreccio di suoni e colori. Se poi si aggiunge che alcune delle poesie sono ispirate a opere di musica classica (ecfrasi, a loro modo), si somma a poesia e immagine anche l’elemento essenziale della musica: poesia, in fondo, altro non è se non parola che si fa musica grazie al verso; la musica agisce nella nostra interiorità sollecitando stimolazioni che spesso sono anche di natura visiva, agisce sul nostro sguardo interiore più profondo e autentico. Detto questo, si capisce meglio quale intensa compenetrazione fra diverse arti (poesia, arte figurativa, musica) ci viene proposta da questo breve, intenso libretto (usiamo questo termine anche per il legame naturale che si viene a stabilire con il mondo della musica).
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È un forte messaggio di speranza e di responsabilità quello che ci viene proposto da Bollati e da Vitale, nella consapevolezza che “la salvezza è nel suono largo”, suono largo che è spazio di accoglienza che versi e immagini cercano insieme di offrire, cercando orecchie e occhi, ma soprattutto cuori e volontà, che sappiano raccoglierne la sfida. L’arte è una delle strade possibili che ci vengono offerte per rimediare alle colpe del mondo, che sono in definitiva le nostre colpe: come ci ricorda la breve poesia, così intensa e programmatica, con cui si chiude il libro, la chiave sta proprio tutta qui. “La chiave è nella Parola / suono che resta accanto / colore della pazienza / distesa sul paesaggio delle ore / passione e destino senza nome”.
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Seguono alcune immagini tratte dal libro già pubblicate su L’Estroverso


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