Su “Verranno tempi altri” di Sara Rodolao (Mario Vallone Editore, 2021)

Il titolo della raccolta, un buon augurio necessario, data l’esperienza individuale e collettiva che ciascuno di noi ha vissuto negli ultimi due anni, esprime da subito il bisogno di ricorrere alla poesia come via di fuga, senza però essere un ripiego, anzi ponendosi come strumento indispensabile di speranza, senza però alcun compiacimento consolatorio o senza superflue aspettative palingenetiche. Bene riassume lo stato d’animo e il modo di fare poesia dell’autrice il distico: “Sono un semplice verso / confuso in un poema complicato” (pag.81). Consapevolezza di dire e coscienza al tempo stesso del suo limite, dunque.

La poesia di Sara Rodolao, fortemente ancorata alla tradizione poetica della chiarezza espressiva e della centralità degli affetti e delle emozioni, è essenzialmente lirica, vive delle sensazioni e dei moti interiori che il mondo naturale e le esperienze personali sono in grado di suggerire: è una rappresentazione del mondo “en plein air”, trasposto sulla pagina a presa diretta, con una espressività immediata e plastica. La riflessione interiore interviene a dare ordine, trarre dalla materia viva del verso il nucleo più intimo, il messaggio da preservare e da trasmettere al lettore. Poesia dell’interiorità dunque e dell’equilibrio sempre teso fra parola e silenzio, fra manifestazione e mistero del mondo che la poesia cerca di rappresentare, ma anche della memoria, del ricordo.

Nelle composizioni brevi, soprattutto, si esprime bene la tensione lirico-elegiaca dell’autrice come in questa poesia che riportiamo a titolo d’esempio:

Sono come ciuffi d’erba fiorita

tra le crepe dei muri,

certi amori.

Sentimenti senza radici,

esposti alle intemperie.

(pag.66)

Rimandiamo al lettore il compito di attraversare più approfonditamente questo libro in tutte le sue molteplici sfaccettature.

Pubblicato da Fabrizio Bregoli

Fabrizio Bregoli, nato nel bresciano, risiede da vent’anni in Brianza. Laureato con lode in Ingegneria Elettronica, lavora nel settore delle telecomunicazioni. Ha pubblicato le raccolte di poesia: “Cronache provvisorie (VJ, 2015), “Il senso della neve” (puntoacapo, 2016), “Zero al quoto” (puntoacapo, 2018), “Notizie da Patmos” (La Vita Felice, 2019). Ha inoltre realizzato per i tipi di Pulcinoelefante il libriccino d’arte “Grandi poeti” (2012) e per la collana Fiori di Torchio la plaquette “Onora il padre” (Serégn de la memoria, 2019). Sue opere sono incluse in “Lezioni di Poesia” (Arcipelago, 2015) a cura di Tomaso Kemeny e in “iPoet Lunario in Versi 2018” (Lietocolle, 2018), sulle riviste “Il Segnale”, “Atelier”, “Alla Bottega”, “Le voci della luna”, “Il Foglio Clandestino”, “Frequenze poetiche” e in numerose antologie e blog di poesia. È fra gli autori aderenti e censiti sul sito Italian Poetry, nato per la diffusione della poesia italiana nel mondo. Gli sono stati assegnati numerosi premi fra i quali: per la poesia inedita, i Premi “San Domenichino”, “Il Giardino di Babuk”, “Giovanni Descalzo”, “Dante d’Oro” , il “Premio della Stampa” al Città di Acqui Terme; per la poesia edita i Premi “Guido Gozzano”, “Rodolfo Valentino”, “Città di Umbertide” e il “Premio Letterario Internazionale Indipendente”. È stato inoltre finalista ai Premi Caput Gauri, Lorenzo Montano e Bologna in Lettere. Sulla sua poesia hanno scritto Tomaso Kemeny, Giuseppe Conte, Ivan Fedeli, Mauro Ferrari, Piero Marelli, Vincenzo Guarracino, Corrado Bagnoli, Sebastiano Aglieco, Paolo Gera, Sergio Gallo, Stefano Vitale, Eleonora Rimolo, Pierangela Rossi, Enea Roversi, e molti altri. Collabora come recensore con il sito “CasaMatta", con la pagina Facebook “Poeti Oggi” e fa parte della redazione di Laboratori Poesia per cui cura la rubrica “Poesia a confronto”.

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