Su “Il rumore della nebbia” di Mauro Macario (puntoacapo, 2023)

È sempre appagante leggere una nuova opera del poeta Mauro Macario. Pure nella sua assoluta coerenza e continuità sia nelle scelte contenutistiche sia nell’approccio stilistico, Macario riesce sempre, anche e soprattutto in questo lavoro, a risultare estremamente convincente e decisivo, ricorrendo a tutto quell’insieme di soluzioni formali e semantiche che lo contraddistinguono, senza doversi ripetere. Queste poesie nate nel corso dell’ultimo inverno, nell’arco di poche settimane, sono espressione di un’ispirazione artistica estremamente coesa e omogenea, nel rispetto di quei temi di rilevanza etica sia soggettiva sia collettiva che sono propri dell’autore. Macario riesce a unire con credibilità il tono comico e satirico a quello realistico o elegiaco – come nel ricordo struggente e mai patetico della perdita del figlio e degli amori trascorsi -, la riflessione interiore ed esistenziale con il paradosso e il grottesco, il bisogno di concretezza con l’ininterotta ambizione al sogno e all’ideale, duro a morire anche se bistrattato e  rinnegato dalla nostra società consumistica e opportunistica. Macario non ammicca per cercare consenso o sedurre il lettore, è fedele solo all’impertinenza e all’obbligo dettati dal suo fare poesia. ll quadro che ne nasce è di una deliberata non omologazione alle convenzioni della contemporaneità e dell’ordine costituito, stante che ” Io scrivo senza censure / perché poesia e anarchia / sono gemelle in utero mundi ” dice Macario, conscio com’è della propria unicità sia come persona sia come artista o eroe quasi sfinito, nella sua ironica autodefinizione. E l’ironia infatti è la chiave di volta che regge la struttura portante di questa nuova prova poetica in cui, come dice l’autore, è impossibile scrivere ” l’ultimo capitolo “, mettere il punto, nella consapevolezza che è preferibile ” a un tardivo sentimento” sempre e comunque “un insulto postumo “.

Immagine della copertina del libro tratta dal sito dell’editore:
https://www.puntoacapo-editrice.com/product-page/il-rumore-della-nebbia-mauro-macario

Pubblicato da Fabrizio Bregoli

Fabrizio Bregoli, nato nel bresciano, risiede da vent’anni in Brianza. Laureato con lode in Ingegneria Elettronica, lavora nel settore delle telecomunicazioni. Ha pubblicato le raccolte di poesia: “Cronache provvisorie (VJ, 2015), “Il senso della neve” (puntoacapo, 2016), “Zero al quoto” (puntoacapo, 2018), “Notizie da Patmos” (La Vita Felice, 2019). Ha inoltre realizzato per i tipi di Pulcinoelefante il libriccino d’arte “Grandi poeti” (2012) e per la collana Fiori di Torchio la plaquette “Onora il padre” (Serégn de la memoria, 2019). Sue opere sono incluse in “Lezioni di Poesia” (Arcipelago, 2015) a cura di Tomaso Kemeny e in “iPoet Lunario in Versi 2018” (Lietocolle, 2018), sulle riviste “Il Segnale”, “Atelier”, “Alla Bottega”, “Le voci della luna”, “Il Foglio Clandestino”, “Frequenze poetiche” e in numerose antologie e blog di poesia. È fra gli autori aderenti e censiti sul sito Italian Poetry, nato per la diffusione della poesia italiana nel mondo. Gli sono stati assegnati numerosi premi fra i quali: per la poesia inedita, i Premi “San Domenichino”, “Il Giardino di Babuk”, “Giovanni Descalzo”, “Dante d’Oro” , il “Premio della Stampa” al Città di Acqui Terme; per la poesia edita i Premi “Guido Gozzano”, “Rodolfo Valentino”, “Città di Umbertide” e il “Premio Letterario Internazionale Indipendente”. È stato inoltre finalista ai Premi Caput Gauri, Lorenzo Montano e Bologna in Lettere. Sulla sua poesia hanno scritto Tomaso Kemeny, Giuseppe Conte, Ivan Fedeli, Mauro Ferrari, Piero Marelli, Vincenzo Guarracino, Corrado Bagnoli, Sebastiano Aglieco, Paolo Gera, Sergio Gallo, Stefano Vitale, Eleonora Rimolo, Pierangela Rossi, Enea Roversi, e molti altri. Collabora come recensore con il sito “CasaMatta", con la pagina Facebook “Poeti Oggi” e fa parte della redazione di Laboratori Poesia per cui cura la rubrica “Poesia a confronto”.

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