Site icon La poesia di Fabrizio Bregoli

Su “Verranno tempi altri” di Sara Rodolao (Mario Vallone Editore, 2021)

Il titolo della raccolta, un buon augurio necessario, data l’esperienza individuale e collettiva che ciascuno di noi ha vissuto negli ultimi due anni, esprime da subito il bisogno di ricorrere alla poesia come via di fuga, senza però essere un ripiego, anzi ponendosi come strumento indispensabile di speranza, senza però alcun compiacimento consolatorio o senza superflue aspettative palingenetiche. Bene riassume lo stato d’animo e il modo di fare poesia dell’autrice il distico: “Sono un semplice verso / confuso in un poema complicato” (pag.81). Consapevolezza di dire e coscienza al tempo stesso del suo limite, dunque.

La poesia di Sara Rodolao, fortemente ancorata alla tradizione poetica della chiarezza espressiva e della centralità degli affetti e delle emozioni, è essenzialmente lirica, vive delle sensazioni e dei moti interiori che il mondo naturale e le esperienze personali sono in grado di suggerire: è una rappresentazione del mondo “en plein air”, trasposto sulla pagina a presa diretta, con una espressività immediata e plastica. La riflessione interiore interviene a dare ordine, trarre dalla materia viva del verso il nucleo più intimo, il messaggio da preservare e da trasmettere al lettore. Poesia dell’interiorità dunque e dell’equilibrio sempre teso fra parola e silenzio, fra manifestazione e mistero del mondo che la poesia cerca di rappresentare, ma anche della memoria, del ricordo.

Nelle composizioni brevi, soprattutto, si esprime bene la tensione lirico-elegiaca dell’autrice come in questa poesia che riportiamo a titolo d’esempio:

Sono come ciuffi d’erba fiorita

tra le crepe dei muri,

certi amori.

Sentimenti senza radici,

esposti alle intemperie.

(pag.66)

Rimandiamo al lettore il compito di attraversare più approfonditamente questo libro in tutte le sue molteplici sfaccettature.

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