Su “The green eye of the fields – L’occhio verde dei prati” di Donatella Nardin (Fara Editore, 2023)

Donatella Nardin ci propone un progetto ambizioso di silloge poetica bilingue, in italiano e in inglese, con la traduzione a cura di Ivano Mugnaini: progetto che nasce senz’altro con l’intenzione di ampliare il pubblico potenziale destinatario dell’opera anche oltre la ristrettezza dei nostri confini nazionali. Il ricorso alla versione in una lingua diversa da quella originale contribuisce a ridefinire ogni singola composizione in una nuova luce grazie al lavoro pregevole e attento svolto dallo stesso Mugnaini secondo la prospettiva propria di una poesia del dialogo fra i due autori. La rilevanza assegnata alla traduzione emerge anche simbolicamente dalla presenza della stessa ad anticipare la versione in lingua, per istituire – intuiamo – un rapporto di parità tra le due.

La poesia di Donatella Nardin si conferma essenzialmente di matrice lirica, ossia una poesia dell’io che esplora in profondità le ragioni dell’esistenza, senza però chiusura ermetica in sé, ma con la consapevolezza di un necessario rapporto con il mondo, con la natura in particolare che diventa pietra di confronto, per analogia o per contrasto, con i moti interiori che animano il materiale poetico. Dell’importanza della dimensione temporale disquisisce diffusamente nella sua postfazione, precisa ed acuta, Riccardo Deiana, il quale correttamente evidenzia la pregnanza del recupero memoriale come elemento essenziale della riflessione poetica, della disamina della realtà nel conflitto fra risultati e attese, azioni e intenzioni, riscontri oggettivi e aspirazioni ideali. La voce dell’autrice, sempre limpida e determinata, si confronta con se stessa in un rapporto continuo con il mondo e con l’altro, prendendo le mosse dall’esperienza personale, in primis dall’infanzia identificata come terreno fertile di sollecitazioni e di aspirazioni che continuano a rimanere fondamentali nello sviluppo fondamentale della personalità di ciascuno: “Tornare a dire. Mai dimenticare / l’amaro veleno che ha spellato / le mani e le tenere piume”. Il contrasto fra ciò che è stato e ciò che sarebbe potuto essere instaura quel tono elegiaco, a tratti anche disilluso e tragico, che permea la raccolta senza mai cadere, però, in un pessimismo cieco e senza via d’uscita. Il costante rapporto con il macrocosmo naturale diventa allora possibile via d’uscita o di scampo dal solipsismo e da un’inquietudine insanabile, fratture profonde che la poesia esponendo senza diaframmi cerca, seppure imperfettamente, di compensare e di mitigare. L’elemento interessante della raccolta sta proprio in in questa complessa ricerca di equilibrio che si traduce nel frequente ricorso a un linguaggio che gioca sulle antitesi, sull’ ossimoro, sul contrasto come elementi di verità poetica da afferrare “prima che il verde esca dagli occhi / come le vite care divenute / allo sguardo pura nostalgia”.

Immagine della copertina del libro tratta dal sito dell’editore:
https://www.faraeditore.it/vademecum/Occhioverde.html

Per ulteriori informazioni sul libro si invita a consultare il sito dell’editore

Pubblicato da Fabrizio Bregoli

Fabrizio Bregoli, nato nel bresciano, risiede da vent’anni in Brianza. Laureato con lode in Ingegneria Elettronica, lavora nel settore delle telecomunicazioni. Ha pubblicato le raccolte di poesia: “Cronache provvisorie (VJ, 2015), “Il senso della neve” (puntoacapo, 2016), “Zero al quoto” (puntoacapo, 2018), “Notizie da Patmos” (La Vita Felice, 2019). Ha inoltre realizzato per i tipi di Pulcinoelefante il libriccino d’arte “Grandi poeti” (2012) e per la collana Fiori di Torchio la plaquette “Onora il padre” (Serégn de la memoria, 2019). Sue opere sono incluse in “Lezioni di Poesia” (Arcipelago, 2015) a cura di Tomaso Kemeny e in “iPoet Lunario in Versi 2018” (Lietocolle, 2018), sulle riviste “Il Segnale”, “Atelier”, “Alla Bottega”, “Le voci della luna”, “Il Foglio Clandestino”, “Frequenze poetiche” e in numerose antologie e blog di poesia. È fra gli autori aderenti e censiti sul sito Italian Poetry, nato per la diffusione della poesia italiana nel mondo. Gli sono stati assegnati numerosi premi fra i quali: per la poesia inedita, i Premi “San Domenichino”, “Il Giardino di Babuk”, “Giovanni Descalzo”, “Dante d’Oro” , il “Premio della Stampa” al Città di Acqui Terme; per la poesia edita i Premi “Guido Gozzano”, “Rodolfo Valentino”, “Città di Umbertide” e il “Premio Letterario Internazionale Indipendente”. È stato inoltre finalista ai Premi Caput Gauri, Lorenzo Montano e Bologna in Lettere. Sulla sua poesia hanno scritto Tomaso Kemeny, Giuseppe Conte, Ivan Fedeli, Mauro Ferrari, Piero Marelli, Vincenzo Guarracino, Corrado Bagnoli, Sebastiano Aglieco, Paolo Gera, Sergio Gallo, Stefano Vitale, Eleonora Rimolo, Pierangela Rossi, Enea Roversi, e molti altri. Collabora come recensore con il sito “CasaMatta", con la pagina Facebook “Poeti Oggi” e fa parte della redazione di Laboratori Poesia per cui cura la rubrica “Poesia a confronto”.

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