Oggi proponiamo da Poetarum Silva una selezione di testi dall’ultimo libro “La crepa madre” di Carlo Tosetti, con una nota di lettura di Anna Maria Curci.
Buona lettura!
Carlo Tosetti, La Crepa Madre
Nota di Anna Maria Curci
La ferita, la piaga, lo squarcio sono varco, frontiera e passaggio a una dimensione nella quale non solo la visione, ma i sensi tutti sono “desti alla parola”. È una constatazione, questa, che, se trova la sua conferma in tante voci della poesia, assume, tuttavia, una sua vivida peculiarità nei versi di La crepa madre di Carlo Tosetti. Nell’Ammonimento finale lo ribadisce il poeta stesso: «A chi pensi che la Crepa/ sia metafora, allegoria,/ l’ammonisco che s’inganna:/ peculiare è che sia viva».
Un episodio vissuto nella fanciullezza di un’estate trascorsa nella casa dei nonni, a Erba, una caduta, una lacerazione al ginocchio, la sutura e la cura con un farmaco in dosi eccessive che provoca drammatici effetti collaterali, la convalescenza scossa dal riaprirsi rovinoso di una antichissima frattura in una casa vicina: tutto questo, non tanto trasfigurato nel ricordo…
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Grazie, caro Fabrizio…
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Grazie, caro Fabrizio.
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