Novantesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.
Il tema affrontato oggi è Donne in poesia con il confronto fra poesie di Properzio, Cino da Pistoia, Angiolieri, Cavalli.
La donna è una dedicataria classica della poesia, fin dalla letteratura delle origini. La selezione del confronto di oggi vuole mettere in luce tratti e caratteristiche diversi con cui l’immagine della donna viene proposta da autori anche molto lontani fra di loro.
L’immagine della donna (Cinzia, la sua amata) che viene proposta da Properzio nella elegia prescelta ha una particolare cifra carnale e sensuale: il tema è quello della “battaglia d’amore”, da giocare a armi pari, nella nudità, senza risparmiarsi nel coinvolgimento totale nel gioco d’amore. Servendosi di iperboli ben costruite, di artifici retorici e oratori, arricchiti da riferimenti storici e mitici, Properzio intesse un vademecum amoroso che si prefigge come unico fine la soddisfazione dei sensi come scopo dell’esperienza amorosa, in un rapporto in cui uomo e donna si integrano e si completano scambievolmente, senza pregiudizi e pudicizie superflue.
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PROPERZIO
(Da “Properzio – Elegie”, a cura di Roberto Gazich, Oscar Mondadori, 1997)
LIBRO II, ELEGIA XV
Oh me felice, o notte per me splendida,
e dolce letto reso beato dalla mia delizia!
Quante parole ci siamo detti distesi accanto alla lucerna,
e quante battaglie d’amore abbiamo ingaggiato,
allontanato il lume. Infatti ella ora lottava con me
a seni nudi, ora indugiava a lungo coperta dalla tunica.
Ella con le labbra mi aprì gli occhi assonnati,
e disse: “Così, insensibile, giaci?”.
Come abbiamo intrecciato le braccia in diverse forme d’amplesso!
Quanti lunghi baci ho impresso sulle tue labbra!
Non giova guastare i piaceri di Venere con movimenti ciechi;
se non lo sai, gli occhi sono la guida dell’amore.
Si dice che lo stesso Paride si consunse vedendo nuda la Spartana,
mentre si alzava dal talamo di Menelao;
nudo anche Endimione, narrano, conquistò la sorella di Febo,
e giacque a sua volta insieme con la dea nuda.
Se invece tu con animo ostinato ti adagerai vestita,
ti strapperò la veste e proverai la forza delle mie mani;
e anzi se l’ira da te provocata mi spingerà a trascendere,
dovrai mostrare a tua madre le braccia ferite.
Non ancora dei seni cadenti ti impediscono tali giochi:
badi a queste cose colei che si vergogna di avere già partorito.
Finché i fati ce lo permettono, saziamoci gli occhi di amore:
viene per te una lunga notte,
e il giorno non tornerà. Oh volessi che una catena ci avvincesse
così che nessun giorno ci potesse più separare.
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L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
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