Sessantottesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.
Il tema affrontato oggi è La poesia e la Danza con il confronto fra poesie di Rilke, Lorca, Borges, Montale, Foscolo.
La danza, forma d’arte che prevede la capacità di creare armonia modulando il corpo nello spazio, con la coordinazione e l’articolazione dei movimenti, in associazione con la musica, ha molti punti di contatto con la poesia che persegue obiettivi simili: veicolare, anche se con strumenti diversi (il corpo per la danza, la parola per la poesia), intensità espressive che facciano leva sulla sfera emotiva, e quindi, in ultima battuta, sulla sfera esistenziale, del soggetto con cui si pone in dialogo. La poesia si è sempre mostrata attenta alla danza, scrivendone in molte forme e modalità.
Con Rilke, nelle sue nuove poesie interamente ispirate al principio della poetica della “cosa” – cioè della centralità del soggetto/oggetto come tema della poesia che deve esplorarne il mistero nascosto, il sostrato più profondo – troviamo la celebre poesia dedicata alla “danzatrice spagnola”. Tutta la poesia è costruita sulla similitudine fra la ballerina e il fuoco: la danza è un incendio che scuote e incanta lo spettatore. La danza è qui l’arte di generare e dominare il fuoco, fiamma viva che accade improvvisa, seduce e imbriglia chi da spettatore vive la sua esperienza.
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RAINER MARIA RILKE
DANZATRICE SPAGNOLA
Come in mano uno zolfanello bianco,
prima di far fiamma, da ogni lato
sprezza lingue di fuoco – così rapido e ardente
nel cerchio stretto degli spettatori a scatti
il suo ballo rotondo incomincia a diffondersi.
E all’improvviso è fiamma, fiamma piena.
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(Da “Poesie 1907-1926”, Einaudi ET, 2000)
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L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
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