Dalla penna di Paolo Gera, con la sua consueta sensibilità critica, condividiamo questa interessante nota di lettura sull’ultimo libro di Sergio Gallo.
zdzisława beksiński
Sempre nella poesia si è stabilita un’appartenenza di campo che ha diviso, se vogliamo usare l’accetta stilistica, i cultori del lirismo e quelli dell’oggettività, quelli che partono dall’analisi del proprio io e quelli che vogliono dare un resoconto attendibile del mondo oggettivo che ci circonda, lo sguardo piscologico in contrapposizione allo sguardo naturalistico. Esiodo, Lucrezio, sino alla geopoetica di Kenneth White.Nella poesia italiana c’è stato però il caso clamoroso di un poeta che ha saputo unire lo scavo interiore alla descrizione stupita e smarrita dell’Universo e questo è ovviamente è Giacomo Leopardi. Leopardi scrisse una “Storia dell’astronomia”, ma riuscì poi a ravvivare l’arida materia scientifica
in una straordinario repertorio di immagini celesti, basta pensare al “Canto di un pastore errante dell’Asia”, dove uomini, animali, fenomeni cosmici sono tutti accomunati da una sorte di sfiancante ripetizione e finale catastrofe.
Sergio Gallo, con il suo “Approdi/Landings” sembra a una lettura…
View original post 678 altre parole