Il blog “Poesia, di Luigia Sorrentino” ospita oggi una mia recensione all’ultimo ottimo libro “Le cose del mondo” (Mondadori, Collana “Lo Specchio” – 2020) del poeta Paolo Ruffilli.
Riportiamo alcuni stralci:
“Il nuovo libro di Paolo Ruffilli, Le cose del mondo (Mondadori), come dice lo stesso autore nella nota introduttiva all’opera, è frutto della elaborazione più che quarantennale del progetto che ha assunto appunto la forma di “Le cose del mondo”, in un percorso – immaginiamo – di successive stratificazioni, rielaborazioni e revisioni intervenute nel corso degli anni. L’obiettivo che anima il lavoro è, attraverso la poesia, comprendere il mondo mediante l’esperienza del quotidiano, delle cose che lo popolano, nel tentativo di decifrare o cercare di definire un rapporto di dialogo fra io e realtà (le cose appunto, intese sia nella accezione concreta, come vedremo, di oggetti, sia nella accezione astratta di esperienze che si vivono nel mondo). […]

Tutta la ricerca dell’autore consiste dunque nel trasferire le cose dal loro piano oggettivo – si potrebbe dire di datità – alla sfera soggettiva dell’io, in modo che, con il tramite della loro interiorizzazione, le cose diventino esplorabili più a fondo, comprensibili e dunque dialoganti con il naturale procedere e farsi delle vite. Non sorprende quindi che ad aprire il libro sia proprio il tema del viaggio (“Nell’atto di partire”) con la sua evidente metafora (e avendo come riferimento privilegiato il treno risulta spontaneo il richiamo al “viaggiatore cerimonioso” di Caproni), a ribadire il bisogno assoluto di congiunzione dell’io con l’altro e con il mondo, consapevoli però che si è “ciascuno, solo, / e tutti quanti insieme in corsa, / proiettili lanciati nella notte.” È un senso di spossessamento che campisce a tutto tondo in questa prima sezione (“in posti alieni, straniero tra la gente”), nel tentativo reiterato di riappropriazione del mondo che tende paradossalmente a sottrarsi fino ad auto-negarsi […]
La dizione è sempre nitida, composta, segno distintivo di un autore che non ha necessità di stupire, di alzare il volume o ricorrere a effetti retorici sopra le righe: insomma un autore che crede ancora che si possa fare poesia con misura e garbo (doti sempre più rare), puntando al contenuto e alla comunicazione prima di tutto, combinati con immagini efficaci e pensiero poetico originale. Tutte qualità queste, a cui Paolo Ruffili ci ha abituato da anni, con la cifra limpida e coerente della sua poesia.
Fabrizio Bregoli
Il testo integrale della recensione sul blog:
http://poesia.blog.rainews.it/2020/03/paolo-ruffilli-lesperienza-del-quotidiano/