da Quasi un compleanno
Tanatosi
Entrare nella cosa è morirne.
Perdere contatto dal cavallo in corsa,
abbandonare la vela gonfia in approdo,
leccare sale dalle mani e farsi ciottolo.
Poco prima di tutto, fermarsi e dondolare.
Là dove germinava un dubbio
Ofelia ha reciso il ranuncolo.
Di eterno si era imbellettata,
annodando un bacio a tampone
fingendosi viva e vegetale.
Il bacio non ha retto, ingenua paratia.
Entrare nella cosa è accettarne la fine.
A volte, Amleto caro, si soffre.
Orto
il dramma del corpo
che arretra
in ogni linea vitale
è novembre che ci dice della verza ghiacciata
turgida e mesta ai piedi dei cachi d’oro
trafitti su rami neri
le fragole d’agosto come lacci alle caviglie
e ranuncoli a bottone
un ordine cerchi padre
una appartenenza al suolo
il senso che bussa sotto l’ignoranza
tra le lumache gravide di lattuga giovane
non saremo redenti
e luglio l’ibrido ci…
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“fingendosi viva e vegetale”: mi sembra un verso rivelatore. Ancora una volta apprezzo di Elena l’incisività dell’immaginazione in cui, come in queste due poesie, umano e vegetale si corrispondono
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ottima autrice
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Indiscutibilmente
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