Sessantasettesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.
Il tema affrontato oggi è Biciclette con il confronto fra poesie di Pascoli, Caproni, Sereni, Penna.
Basta salire in sella, dare la giusta spinta ai pedali e si è pronti a partire, in questo viaggio che vede come protagonista dei versi che seguiranno la bicicletta.
Giovanni Pascoli offre un riferimento esplicito alla bicicletta nel titolo della poesia, anche se poi la sua presenza nel testo si manifesta solo nella forma della onomatopea che chiude ciascuna delle tre sezioni: un suono magico, evocativo, che si ripete ipnoticamente in ciascuna chiusa. La poesia è tutta centrata sui suoni che si succedono di verso in verso a creare un’atmosfera sospesa e misteriosa, che chiede un ascolto attento, manda segni che alludono tutti a un’idea di transitorietà, di “addio”, come si dice nella terza sezione. La pedalata, che immaginiamo avvenire di giorno, si conclude con l’arrivo della sera, portatrice di pace e di “riposo”, pronta a accogliere con la sua “piccola lampada” e al suono della “piccola squilla”, del suo “palpito”.
[…]
GIOVANNI PASCOLI
(da Canti di Castelvecchio – Zanichelli, 1903)
LA BICICLETTA
I
Mi parve d’udir nella siepe
la sveglia d’un querulo implume.
Un attimo… Intesi lo strepere
cupo del fiume.
Mi parve di scorgere un mare
dorato di tremule messi.
Un battito… Vidi un filare
di neri cipressi.
Mi parve di fendere il pianto
d’un lungo corteo di dolore.
Un palpito… M’erano accanto
le nozze e l’amore.
dlin… dlin…
II
Ancora echeggiavano i gridi
dell’innominabile folla;
che udivo stridire gli acrìdi
su l’umida zolla.
Mi disse parole sue brevi
qualcuno che arava nel piano:
tu, quando risposi, tenevi
la falce alla mano.
Io dissi un’alata parola,
fuggevole vergine, a te;
la intese una vecchia che sola `
parlava con sé.
dlin… dlin…
III
Mia terra, mia labile strada,
sei tu che trascorri o son io?
Che importa? Ch’io venga o tu vada,
non è che un addio!
Ma bello è quest’impeto d’ala,
ma grata è l’ebbrezza del giorno.
Pur dolce è il riposo… Già cala
la notte: io ritorno.
La piccola lampada brilla
per mezzo all’oscura città.
Più lenta la piccola squilla
dà un palpito, e va…
dlin… dlin…
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L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
Per consultare l’elenco di tutte le uscite del martedì della rubrica Poesia a confronto accedere al link.
Bravo Fabrizio, tema originale e leggero… il dlin dlin (con l’aggiunta ” è Falino che vien”) l’ho usato in L’ora di Pascoli… Fresche anche le altre… Sereni emoziona sempre un pochino di più… Ciao
Mas Par