Ventiduesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.
Il tema affrontato oggi è Farfalle, con il confronto fra poesie di Gozzano, Neri, Guerra.
La farfalla è un insetto che ispira naturalmente bellezza, associata a un grande senso di fragilità; la farfalla bene rappresenta anche il concetto di metamorfosi, passaggio dalla morte alla vita incarnato dalla transizione bruco-crisalide-insetto adulto. Il fascino di questo insetto non poteva lasciare indifferenti i poeti.
Guido Gozzano concepisce negli ultimi anni della sua vita un intero poemetto dedicato alle farfalle, poemetto che resterà incompiuto; lo stile è molto diverso dal Gozzano crepuscolare più noto. Riportiamo uno stralcio della poesia che ha come protagonista la cavolaia, farfalla comune degli orti, paragonata a “una fantesca od una contadina”, capace di intrufolarsi di soppiatto ovunque, nota come “flagello delle ortaglie”. Il poemetto usa un linguaggio scientifico, preciso, come avviene per la descrizione del “Microgastro”, parassita che infesta il bruco della cavolaia, che ingannato “cresce, vive coi germi della morte”: esempio di come la Natura “per non perder pietà si fa spietata”, in questo “stretta parente col pensiero umano”, capace delle sue stesse crudeltà, implacabile nella sua legge.
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GUIDO GOZZANO
(Da “Epistole Entomologiche” (anche noto come “Farfalle”) – poemetto incompiuto –
Alcuni frammenti furono pubblicati su “La Stampa” di Torino nel 1914)
DELLA CAVOLAIA
Vola, scorre sui bruchi delle Pieridi, |
inarca, infigge l’ovopositore, |
immerge nei segmenti della vittima |
il germe della morte ad ogni assalto. |
Ad ogni assalto il bruco si contorce, |
ma quando il Microgastro l’abbandona |
non sembra risentirsi dell’offesa: |
cresce, vive coi germi della morte… |
Vive e i germi si schiudono, le larve |
del parassita invadono la vittima |
ignara; ne divorano i tessuti, |
ma, rette dall’istinto prodigioso, |
non intaccano gli organi vitali. |
Il bruco vive ancora, si tramuta |
sognando il giorno del risveglio alato; |
ma gli ospiti hanno uccisa la crisalide, |
la fendono sul dorso e dalla spoglia |
non la Pieride bianca, ma s’invola |
uno sciame ronzante d’imenotteri. |
Come in questa vicenda e in altre molte, |
la Natura, che i retori vantarono |
perfetta ed infallibile, si svela |
stretta parente col pensiero umano! |
Non divina e perfetta, ma potenza |
maldestra, spesso incerta, esita, inventa, |
tenta ritenta elimina corregge. |
Popola il campo semplice del Tutto |
d’opposte leggi e d’infiniti errori. |
Madre cieca e veggente, avara e prodiga, |
grande meschina, tenera e crudele, |
per non perder pietà si fa spietata. |

L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
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