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Il volto inedito di Asimov secondo Claudia Piccinno

Libro Asimov: un volto inedito. L'umorismo di Isaac Asimov tra ...

Sentire il nome di Asimov significa per me ricordare in particolare l’anno 2002 in cui, a causa della crisi finanziaria intervenuta come conseguenza degli eventi del 9/11 e del crollo della bolla speculativa della new economy, mi ritrovai per qualche mese disoccupato e mi buttai a capofitto nella lettura, per colmare quegli spazi di inattività: in particolare in quei giorni lessi anche alcuni romanzi del ciclo della Fondazione, una vera e propria saga epica e fantascientifica ambientata in una Galassia sottoposta a un regime autoritario, fondato sull’applicazione della dottrina della Psicostoria. Indimenticabile, fra le altre, la figura misteriosa di “The Mule“, uno spietato dittatore alieno che prende il potere con meccanismi non troppo distanti da quelli che la Storia ci ha insegnato. Quei romanzi così densi e intriganti hanno lasciato in me un ottimo ricordo, ancora vivo oggi.

L’Asimov autore di romanzi e racconti di fantascienza (fra cui anche il leggendario “I, Robot“) è quello più noto ma, come ci ricorda, in questo interessante saggio (Asimov: un volto inedito – Il cuscino di stelle, 2020) la sua autrice Claudia Piccinno (nota a molti come poeta e traduttrice), Asimov si occupò anche di divulgazione scientifica, di storia e di matematica, perfino di poesia e, fra l’altro, scrisse racconti “fantasy”. Come bene ci ricorda la Piccino il genere fantasy, ben distinto da quello fantascientifico, attiene a un mondo immaginario dominato da forze soprannaturali, demoni, pratiche magiche e occulte, ossia un mondo fantastico totalmente utopico, irrealizzabile – a differenza della fantascienza che ipotizza evoluzioni scientifiche, tecnologiche e di conseguenza sociali, certo lontane dall’essere prossime nella prospettiva temporale, ma in una qualche forma, anche solo ipotetica, futuribili e ipotizzabili.

La Piccino sceglie di indagare un’opera fantasy di Asimov, certamente meno conosciuta: Azazel (1982), raccolta di brevi racconti i cui protagonisti sono George, alter ego ironico dell’autore, e appunto Azazel, demone (o entità aliena extra-terrestre?) alto solo due centimetri invocato da George e suo collaboratore nella realizzazione di varie imprese, a mezzo fra il magico e il surreale, che costituiscono l’intreccio dei racconti. (Fra l’altro Azazel è anche il nome del demone nel film “Il tocco del male” (1998) con un detective, interpretato da Denzel Washington, alle prese con la sua forza malvagia e inafferrabile; ottimo film vivamente consigliato).

L’elemento originale nei racconti di “Azazel”, rilevato dalla Piccinno, è l’uso di uno stile fortemente ironico che è veicolo per mettere in evidenza una serie di problematiche di assoluta attualità che riguardano il rapporto fra uomo e scienza, individuo e collettività, uomo e natura, incluse tematiche sociali e politiche (come la critica al Reaganismo, ad esempio); ne nasce una lingua ibridata, nuova e originale per Asimov di cui la Piccinno dà ampia scelta con una ricca selezione di brani in lingua originale (accompagnati dalla sua riuscita e vivace traduzione).

Come afferma la Piccinno: “Azazel non è mera letteratura d’evasione, ma è un piccolo trattato pedagogico in chiave umoristica che ci aiuta a cogliere il risvolto positivo in ogni situazione, a derogare dai programmi prestabiliti, a spogliarci di ogni pregiudizio, nonché a scoprire nel diverso le similitudini che lo rendono umano proprio come George, in tutta la sua imperfezione” (pag. 86).

Claudia Piccinno ci invita quindi a una lettura nuova di Asimov, per molti tratti inedita, in un saggio critico denso, essenziale e pregnante nei contenuti, saggio che merita la massima attenzione, invitandoci a riscoprire un eccellente scrittore come Asimov, che sarebbe riduttivo e iniquo derubricare a “scrittore di genere”.

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