Rassegna stampa

Passirano

Su Bresciaoggi, 01/06/2017

Un lungo racconto o un romanzo breve. La vita di un poeta quale sfumatura sceglierebbe per dirsi. Raccontando ai più «Cose che io non so fare. Nominarle appena» (Vittorio Sereni, «Fissità», 1981). Perché non si insegna a scrivere poesia. «Con quel rovello si nasce», raccomanda Bregoli, di nome Fabrizio, in arte se stesso, nell’arte scomoda del versificatore.

Sereni sapeva eccome, tuttavia. Punteggiava la Linea Lombarda di contemplazioni pratiche, mentre studiava licheni liguri. Lo stesso concreto intento che Bregoli insegue per «sporcarsi le mani in questo mondo, lontano dalla lirica e dall’intimismo, all’opposto della chiusura dell’io».

Bregoli – nato a Leno nel 1972 e vissuto a Gambara, ora in Brianza – sceglie un sillabario scarno nello spiegare come un progettista riesca a comporre versi che cuciono immagini, che vincono premi. L’ultimo è il Dante d’Oro (seconda edizione di un riconoscimento che, a livello onorario, è stato conferito a personalità come Camilleri, Mazzantini, Ammaniti e Alexievich), assegnatogli a maggio da una giuria di studenti e alunni dell’università Bocconi di Milano.

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L’ingegnere-poeta gira l’Italia presentando il suo lavoro, «ibridazione di stili e linguaggi». «Il senso della neve» (Puntoacapo 2016, vincitrice al Rodolfo Valentino di Torino) è l’ultima rassegna, firmata in calce da Tomaso Kemeny, fondatore del Mitomodernismo. Metamorfosi e bellezza ed eroismo, poesia attiva puntata alla tempia della decadenza. Armata di speranza laica, per ogni periferia.

Alessandra Tonizzo

Su Il Giornale di Monza, 14/03/2019

Su Merate on Line del 07/07/2020

Su Tevere TV del 21/04/2020, sul Premio di Poesia “Umbertide XXV Aprile”, 38esima edizione

Su Ragusa Oggi del 26/07/2020, sul XII Concorso di Poesia “Città di Chiaramonte Gulfi”

su RadioGold del 17/09/2020, sul XII Concorso internazionale di poesia “Città di Acqui Terme”

Su Il Cittadino di Monza del 20/11/2022, sul XXIX Concorso Nazionale di Poesia “Enrico Sambruni” di Seregno