Van Reymerswaele e il latinorum

  Se penso alla misura del mio tempo  arretro alla stagione della scuola,  ai libri ravvivati dagli inserti  per fare sopportabile la storia,  a un quadro d’un maestro impronunciabile  – o solo una lacuna di memoria –  fiammingo testimone del progresso,  a un quadro sotterfugio di mercanti  tra monete compìti nella conta  del retto dare-avere calvinista. Continua a leggere “Van Reymerswaele e il latinorum”

Quel ramo

  Scruto dalla finestra come dal più preciso dei cannocchiali la finestra, identica, della casa di fronte, i lampioni inclinati, l’asfalto lucido di pioggia, lo scomposto accostarsi delle zolle che si perdono nelle fessure della terra, la calce fresca, la sabbia, i mattoni ammucchiati e un ramo nel coacervo dei rami, quel ramo.   E sai che non èContinua a leggere “Quel ramo”

Il senso della neve

  L’inverno è l’indugiare del pensiero  il perdersi nel vuoto delle stanze  fuggendo l’aria succube nel gelo  raccogliere le gocce della brina  stillarne fiato a pelo delle labbra  e reggere al tranello del già detto  all’esile lusinga del cantabile:  donzelletta passero assiolo, questa  bella d’erbe famiglia e d’animali  nonna Speranza e ogni caro poetico  vecchiumeContinua a leggere “Il senso della neve”