(Donor No. 34576148-2, TixNeoVek* Inc.) Ho mani fragili, un grembo di pane. Conosco il gergo stolto degli inverni ne ho inscritto il silenzio sulle labbra, la solitudine di tutte le porte dove ho costretto l’esilio dei passi. Qui si sconfina come a terra franca la satira di un sole, o la sua surroga. Ignoro chi accolgo,Continua a leggere “Irina K.”
Archivi dell'autore:Fabrizio Bregoli
Minima preghiera
Sia fatta grazia al filo d’erba, all’acqua che limpida zampilla dalla rupe, pietà al sonno del baco nella seta, nel silenzio del solaio clemenza ai miti scarafaggi della notte, all’inquietudine dei giorni, al sordo precipitare del buio alla terra, s’assolva l’occhio ferino del nibbio a piombo sull’orma cava del gregge, sia dato asilo all’ultimo pulviscoloContinua a leggere “Minima preghiera”
Van Reymerswaele e il latinorum
Se penso alla misura del mio tempo arretro alla stagione della scuola, ai libri ravvivati dagli inserti per fare sopportabile la storia, a un quadro d’un maestro impronunciabile – o solo una lacuna di memoria – fiammingo testimone del progresso, a un quadro sotterfugio di mercanti tra monete compìti nella conta del retto dare-avere calvinista. Continua a leggere “Van Reymerswaele e il latinorum”
Quel ramo
Scruto dalla finestra come dal più preciso dei cannocchiali la finestra, identica, della casa di fronte, i lampioni inclinati, l’asfalto lucido di pioggia, lo scomposto accostarsi delle zolle che si perdono nelle fessure della terra, la calce fresca, la sabbia, i mattoni ammucchiati e un ramo nel coacervo dei rami, quel ramo. E sai che non èContinua a leggere “Quel ramo”
Il senso della neve
L’inverno è l’indugiare del pensiero il perdersi nel vuoto delle stanze fuggendo l’aria succube nel gelo raccogliere le gocce della brina stillarne fiato a pelo delle labbra e reggere al tranello del già detto all’esile lusinga del cantabile: donzelletta passero assiolo, questa bella d’erbe famiglia e d’animali nonna Speranza e ogni caro poetico vecchiumeContinua a leggere “Il senso della neve”
Di passaggio
Così accade che sul palmo tu veda l’impiccato e t’affretti a disegnare l’ultima asta: sai che ho smarrito tutte le lettere. Da “Eresia del cuore” (Ilmiolibro, 2012)