Site icon La poesia di Fabrizio Bregoli

“Quasi un compleanno” di Elena Cattaneo

Segnaliamo con piacere questa nuova pubblicazione:

QUASI UN COMPLEANNO di ELENA CATTANEO (Il Leggio Editrice; Collana di poesia “Radici” diretta da Gabriela Fantato; prefazione di Fabrizio Bregoli; 2023).

Il volume è ordinabile presso le migliori librerie ed acquistabile tramite il sito della casa editrice:

http://www.leggioeditrice.it/index.php?route=product/product&product_id=276

Scrivo sulla sua poesia nella prefazione all’opera:

” Ciò che colpisce nella poesia di Elena Cattaneo è la sua capacità di esporsi, senza compromessi o edulcorazioni, toccare il fondo per poterne riemergere nuova, sempre fedele al suo compito di non risultare vana, indifferente, come ben testimoniato fin dall’esergo in apertura a questa nuova silloge: “Ma io non cerco la salvezza nell’indifferenza: il brivido è la miglior parte dell’umanità.”. È l’idea di una poesia mai esornativa, che usa un linguaggio insieme concreto e ricco di simbologia, una parola che vive di contrasti e di impurità che ne statuiscono l’originalità e l’efficacia stilistica e semantica.

Tutto parte dalla constatazione più nuda e insieme più autentica: “la piaga è parola “ e “Nell’assenza della parola diventiamo le nostre ferite”, e proprio a queste ferite si rivolge l’attenzione di questa scrittura, trasformandole nel fulcro su cui fa leva la sua necessità, il suo bisogno, la sua ragione ultima. Siamo di fronte a una poesia che è completamente innervata nella vita, da cui non sceglie di estraniarsi, ma di scendervi a patti, accettare lo scontro con tutte le conseguenze e gli scotti che ne possono derivare, perché ”per quanto il mondo faccia pagar caro il sentimento, l’uomo, quand’è commosso, sente nel profondo l’immensità.” – si dice sempre nell’esergo d’apertura. Se è vero quindi che “la notte / in un tranello / svuota / la vita” allora la missione è smascherare quel “tranello”, non accettare passivamente questo calare delle tenebre, restituire con la parola consistenza e dignità a una vita che, per quanto svuotata, non lo è mai irrimediabilmente perché capace di agire e cambiarci, farci più consapevoli, forse migliori. Elena Cattaneo sa reggere bene questo equilibrio fra “brivido” e “sentimento” con una scrittura intensa e incisiva, senza però scivolare in un eccesso confessionale o solipsistico. Tutto sta allora nel saper accogliere la sfida che prende il proprio avvio “dalle sponde del sacro”, come recita la prima sezione della raccolta, dove crediamo che il termine sacro vada inteso nella accezione del greco “hagnós” (confronta anche Roberto Calasso, “Il cacciatore celeste”, Adelphi, Milano, 2019, pag.56-57), ossia un’esperienza che presuppone un approccio rituale, di offerta, che “indica uno stato da cui si decade versando il sangue” (ibidem), prezzo che deve essere pagato perché tutto si compia, acquisti significato, “un senso / di limite che si inarchi / per farci sponde”.

[…]

Chi già conosceva la forza espressiva di Elena Cattaneo troverà una conferma in questo suo nuovo lavoro, nato con giudizio e lasciato sedimentare e maturare con lentezza negli anni, coeso e ben strutturato, a conferma della maturità espressiva sempre più evidente; per gli altri sarà un’interessante scoperta, il confronto con una poesia che osa senza ostentare, colpisce e affranca insieme – mai compiacente verso il lettore, chiave della sua intrinseca autenticità.

Immagine tratta da https://www.facebook.com/photo/?fbid=10228293008975385&set=a.1199059261648 (Elena Cattaneo – Profilo Facebook)
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