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Poesia a confronto: Laudi

Novantanovesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.

Il tema affrontato oggi è Laudi con il confronto fra poesie di San Francesco, Guinizelli, D’Annunzio, Valduga.

La forma poetica (e musicale) della lauda, derivante dalla tradizione trobadorica, trova affermazione nella cultura medievale, italiana in particolare, come forma fondamentale della poesia sacra e religiosa, spesso associata all’accompagnamento musicale.

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Nella tradizione stilnovistica, di cui qui riportiamo uno dei più celebri sonetti del maestro Guinizelli, la lauda diventa lo strumento per elogiare le virtù, soprattutto spirituali, della donna amata che è una trasfigurazione del divino, manifestazione di quella gentilezza e di quella capacità di redimere l’uomo (offrire “salute”, ossia salvezza) che sono il motivo conduttore dell’esperienza nobile dell’amore stilnovistico. Tema questo, come ben noto, ripreso e portato alle estreme conseguenze dagli altri poeti maggiori dello Stilnovo: Dante e Cavalcanti.

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GUIDO GUINIZELLI

(Da “Poeti del Duecento”, a cura di Gianfranco Contini, Ricciardi, 1960)

Io voglio del ver la mia donna laudare
ed assemblarli la rosa e lo giglio:
più che stella diana splende e pare,
e ciò ch’ è lassù bello a lei somiglio.         

Verde river’ a lei rasembro e l’âre
tutti color di fior’, giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesmo Amor per lei rafina meglio.   

Passa per via adorna, e sì gentile
ch’ abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa ‘l de nostra fé se non la crede;       

e no-lle pò apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c’ha maggior virtute:
null’om pò mal pensar fin che la vede.     

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L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.

Per consultare l’elenco di tutte le uscite del martedì della rubrica Poesia a confronto accedere al link.

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