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Poesia a confronto: Occhi

Novantacinquesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.

Il tema affrontato oggi è Occhi con il confronto fra poesie di Jacopo da Lentini, Cavalcanti, Hikmet, Celan.

Gli occhi, secondo un modo di dire molto comune, sono lo specchio dell’anima; certamente con la loro espressività e con la particolarità e l’incisività del loro sguardo sanno trasmettere molto dello stato d’animo della persona. Gli occhi sono quindi fra i dettagli anatomici che hanno riscosso maggiore successo in letteratura e in poesia in modo particolare.

La prima poesia scelta è di Jacopo da Lentini, della scuola siciliana, e si tratta di un sonetto nato come risposta a una tenzone poetica relativa significato dell’amore. Si tratta della formalizzazione del credo dell’amore cortese per cui Amore nasce, al principio, dallo sguardo per trovare poi dimora nel cuore, proprio perché gli occhi hanno la qualità di comprendere nel profondo chi si confronta con loro. Il sonetto rappresenta dunque questa fenomenologia dell’amore che “regna fra la gente”, dispensando gioia e piacere a chi lo prova.

Molto più drammatica la rappresentazione nel sonetto di Cavalcanti, dove Amore nasce sempre da uno sguardo ma porta a lacerazione interiore (si vedano “taglia”, “disfatto”, “tremando”), rende la vita “angosciosa”, invivibile. Amore è dunque una “virtù” che nasce da occhi gentili, ma è talmente distruttiva che porta a ferire a morte il cuore dell’amato, fin dal primo colpo. Siamo davvero all’opposto rispetto alla visione di Jacopo da Lentini in cui l’amore è “desio”; qui l’amore è innanzitutto sbigottimento, “voce alquanta che parla dolore”.

[…]

GUIDO CAVALCANTI

Voi che per li occhi mi passaste ’l core
e destaste la mente che dormia,
guardate a l’angosciosa vita mia,
chè sospirando la distrugge amore.

E ven tagliando di sì gran valore
che’ deboletti spiriti van via;
riman figura sol’ en signoria

e voce alquanta che parla dolore.

Questa virtù d’amor, che m’à disfatto,
da’ vostr’occhi gentil presta si mosse:
un dardo mi gittò dentro da ’l fianco.

Sì giunse ritto ’l colpo al primo tratto,
che l’anima tremando si riscosse
veggendo morto ’l cor nel lato manco.

(Da “Guido Cavalcanti. Rime.” A cura di Ercole Rivalta. Bologna, Zanichelli, 1902)

[…]

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Photo by Jean van der Meulen on Pexels.com

L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.

Per consultare l’elenco di tutte le uscite del martedì della rubrica Poesia a confronto accedere al link.

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