Site icon La poesia di Fabrizio Bregoli

Poesia a confronto: Guerra

Settantesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.

Il tema affrontato oggi è Guerra con il confronto fra poesie di Tirteo, Bertran De Born, Buffoni.

Al tema guerra abbiamo già dedicato un confronto specifico relativo ai “Diari di Guerra” (QUI); ora allarghiamo il discorso alla sua accezione più ampia.

Nella letteratura classica – si vedano qui i versi proposti da Tirteo – in linea con la tradizione omerica, domina un’idea della guerra come circostanza in cui l’uomo ha la possibilità di dare massimo valore al suo coraggio, puntare all’eroismo, tutto in virtù del valore superiore della fedeltà alla patria. Allora diventa onorevole morire per la patria (vedi anche Orazio), soprattutto se si è giovani e si è data dimostrazione dell’attaccamento alla patria fino al punto di sacrificare in suo nome il bene più alto di cui si disponga: la vita. Regna in questi versi uno sprezzo della paura, un inno alla temerarietà nella battaglia, come campo di prova dove dare evidenza tangibile del proprio valore e, in definitiva, del proprio destino.

Anche nella società cavalleresca del Medioevo permangono visioni e ideali affini, come emerge con evidenza nella canzone di Bertran de Born, tra i maggiori autori in lingua provenzale. Con fama di guerrafondaio, ben confermato dallo spirito bellicoso che anima i versi qui proposti, de Born tesse un vero e proprio elogio della battaglia, affiancata nella strofa iniziale alla primavera per ammettere la superiorità della prima nel generare piacere nell’animo del poeta. La canzone si sviluppa in un incessante invito alla guerra, con precisione di dettagli molti dei quali cruenti, un’esortazione allo scontro senza esclusione di colpi come ideale di bellezza: l’ardimento è un valore in sé a cui non si può e non si deve rinunciare. 

[…]

TIRTEO

Via, combattete gli uni accanto agli altri, giovani,
non datevi alla fuga, al panico,
fatevi grande e vigoroso l’animo nel petto,
bandite il meschino amore della vita,
perché la lotta è con uomini; non lasciate,
fuggendo, chi non ha più l’agilità: gli anziani.
È uno scandalo che un vecchio cada in prima fila
e resti sul terreno innanzi ai giovani,
con quel suo capo bianco e il mento grigio, e spiri
l’animo suo gagliardo nella polvere,
con le mani coprendo il ventre insanguinato
(spettacolo indecente, abominevole),
e le carni nude: nulla c’è che non s’addica
a un giovine finché la cara età brilla nel fiore.

[…]

(traduzione di Filippo Maria Pontani)

Continua sul blog “Laboratori Poesia“:

https://www.laboratoripoesia.it/poesia-a-confronto-guerra/

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L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.

Per consultare l’elenco di tutte le uscite del martedì della rubrica Poesia a confronto accedere al link.

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