Cinquantanovesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.
Il tema affrontato oggi è Baci con il confronto fra poesie di Catullo, Dante, Salinas, Borges.
Il bacio è l’espressione più emblematica dell’amore; ciascuno di noi ha un ricordo sempre vivo del primo bacio, un’esperienza che segna profondamente tutta la nostra sfera affettiva e personale. I baci costellano tante pagine esemplari e indimenticabili della letteratura di tutti i tempi; oggi proporremo alcune poesie memorabili che vedono il bacio come protagonista assoluto.
Il celebre Carme V di Catullo, ben noto a tutti per la presenza immancabile nelle antologie, è un’esortazione, fin dal primo verso, a vivere la vita nella sua pienezza, nonostante la sua durata effimera (“brevis lux”) sempre minacciata dall’incombere della morte (“nox perpetua”), in accordo al procedere lineare e, dunque, finito del suo tempo in contrapposizione con il tempo ciclico della natura (“Soles occidere et redire possunt”), capace di rigenerarsi in eterno. Ecco allora l’invocazione, quasi un ordine, a vivere la passione senza inibizioni: attraverso il procedimento anaforico insistente nella ripetizione di “mille”, di “centum”, di “dein” e “deinde”, il bacio diventa strumento apotropaico per combattere la fragilità del nostro stato effimero di uomini.
[…]
CATULLO
(da Carmina – I secolo a.C.)
V.
Vivamus mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis!
soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.
V.
Viviamo, mia Lesbia, e amiamo,
e i pettegolezzi dei vecchi bacchettoni
stimiamoli tutti meno di un centesimo!
Il sole può tramontare e rinascere:
a noi, non appena tramonta questa breve luce,
tocca dormire un’unica notte interminabile.
Dammi mille baci, poi cento,
poi altri mille, poi di nuovo cento,
poi altri mille ancora, poi cento.
Poi, quando ne avremo fatte molte migliaia,
li disperderemo per non farne tornare il conto
perché nessun invidioso ci getti il malocchio
sapendo quanti sono tutti questi baci.
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Francesco Hayez, Il bacio (1859), Milano, Pinacoteca di Brera
L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
Per consultare l’elenco di tutte le uscite del martedì della rubrica Poesia a confronto accedere al link.
rubrica interessante!
Grazie Ornella
Tutta di un fiato…
VENTO
Toccami con mani di seta
e labbra di corallo
dipingi su di me un’aurora d’argento
con rugiade di miele e perle di candore
vento
stracciami il senno con il sorriso
rubami il respiro e mordimi il cuore
regalami l’arcobaleno che hai negli occhi
cantami con i silenzi del mare
le sinfonie dell’amore
vento
danzami nell’anima con l’armonia dei fianchi
spandi profumi di vita
su di me dentro di me
fammi abbracciare il cielo
ancora vento
avvolgimi di te e portami via per sempre
lì dove i corpi sono aquiloni
i pensieri sono sospiri
le parole hanno sapore
e il mondo si raccoglie
nella carezza di un ultimo bacio
che sa d’infinito…
vento!!!!!
Francesco Puzzello 28.04.2021 Diritti riservati a termini di Legge
Grazie per avere condiviso una sua poesia.