“Ananke” di Angela Greco

Segnaliamo con piacere questa nuova pubblicazione:

ANANKE di ANGELA GRECO (Giuliano Ladolfi Editore, 2021; prefazione di Fabrizio Bregoli)

Il volume è ordinabile presso le migliori librerie ed acquistabile sui principali siti di e-commerce, oltre che tramite il sito della casa editrice Ladolfi.

Scrivo nella prefazione all’opera:

Angela Greco sceglie di intitolare la sua nuova raccolta di poesie, con un chiaro riferimento mitologico alla tradizione classica, a Ananke, ossia la forza del destino, l’ineluttabilità del fato a cui l’uomo deve necessariamente obbedire, o soggiacere. Questo potrebbe lasciar pensare che l’autrice, rifacendosi a una scuola di pensiero dalla tradizione consolidata che attraversa i secoli, aderisca a un’idea dell’uomo come di soggetto che è sottomesso a una volontà imperscrutabile e superiore che gli impone le proprie scelte, lo relega a un insieme di accadimenti predeterminati per i quali viene privato di ogni potere decisionale. In realtà questa percezione di un destino che si impone e fa valere le proprie ragioni sulla vita dei singoli, questa constatazione di uno “spazio che va restringendosi” vanno circostanziate e riferite alla serie di eventi a cui la raccolta si rivolge e ai quali, con intelligenza, Angela Greco non fa mai cenno esplicito, ma li lascia intuire dalla inequivocabilità delle date che circoscrivono questi versi a quell’anno 2020, a tutti ben noto. Evitare il cronachismo, procedere per allusioni: questo dà consistenza al messaggio poetico, evita di cadere nella retorica. Quindi Angela Greco ci propone una poesia, che non si può ridurre a un diario in versi tout court, ma che è una riflessione profonda e partecipe di una condizione storica che, certo, la riguarda individualmente e che la porta a parlare di sé, ma nasce dal bisogno dell’incontro, perché occorre “rendersi conto che una parte di sé stessi è / l’Altro”. […]

Qui la parola di Angela Greco riduce ai minimi termini tutte le accensioni liriche che non mancavano nel lavoro precedente, cerca una lingua più scarna e sobriamente riflessiva, secondo un procedimento che bene è riassunto dai suoi versi: “si procede / per sottrazioni, operazioni lontane / dai quaderni di quando eravamo piccole mani”. Ecco gli elementi chiave della sua scrittura: togliere il superfluo (“sottrazioni”), scavare nell’esperienza vissuta (“i quaderni”), esplorare l’interiorità (“piccole mani”). Gli affetti restano una componente importante della sua scrittura, come lo sono nella vita di ciascuno: da questi non si può (e non si deve) prescindere soprattutto quando è forte la consapevolezza del buio, quando “la notte è uno stomaco che / ricorda ogni dettaglio”, immagine quest’ultima fra le più potenti e espressionistiche che si trovano nel libro, capace di convogliare efficacemente il concetto di una realtà che ci sovrasta e ci fagocita, proprio come è accaduto (e purtroppo continua ad accadere). Ma ad Angela Greco importa andare oltre, attraversare soglie, evitare il rischio che si sia ridotti a “attimo di pausa tra due baratri”, creare varchi e connessioni.

[…]

Concludendo, crediamo che si possa sostenere che questo nuovo lavoro di Angela Greco risponde credibilmente alla missione di una poesia testimone del proprio tempo, di una poesia della responsabilità che ci esorta a riscoprire la nostra matrice originaria di uomini, a non ridurci a “maschere / ignare di volti e voci di sopravvissuti”. Questa, da sola, è già un’ottima ragione per cui il libro merita di essere letto.

Foto di Angela Greco, su gentile concessione

Pubblicato da Fabrizio Bregoli

Fabrizio Bregoli, nato nel bresciano, risiede da vent’anni in Brianza. Laureato con lode in Ingegneria Elettronica, lavora nel settore delle telecomunicazioni. Ha pubblicato le raccolte di poesia: “Cronache provvisorie (VJ, 2015), “Il senso della neve” (puntoacapo, 2016), “Zero al quoto” (puntoacapo, 2018), “Notizie da Patmos” (La Vita Felice, 2019). Ha inoltre realizzato per i tipi di Pulcinoelefante il libriccino d’arte “Grandi poeti” (2012) e per la collana Fiori di Torchio la plaquette “Onora il padre” (Serégn de la memoria, 2019). Sue opere sono incluse in “Lezioni di Poesia” (Arcipelago, 2015) a cura di Tomaso Kemeny e in “iPoet Lunario in Versi 2018” (Lietocolle, 2018), sulle riviste “Il Segnale”, “Atelier”, “Alla Bottega”, “Le voci della luna”, “Il Foglio Clandestino”, “Frequenze poetiche” e in numerose antologie e blog di poesia. È fra gli autori aderenti e censiti sul sito Italian Poetry, nato per la diffusione della poesia italiana nel mondo. Gli sono stati assegnati numerosi premi fra i quali: per la poesia inedita, i Premi “San Domenichino”, “Il Giardino di Babuk”, “Giovanni Descalzo”, “Dante d’Oro” , il “Premio della Stampa” al Città di Acqui Terme; per la poesia edita i Premi “Guido Gozzano”, “Rodolfo Valentino”, “Città di Umbertide” e il “Premio Letterario Internazionale Indipendente”. È stato inoltre finalista ai Premi Caput Gauri, Lorenzo Montano e Bologna in Lettere. Sulla sua poesia hanno scritto Tomaso Kemeny, Giuseppe Conte, Ivan Fedeli, Mauro Ferrari, Piero Marelli, Vincenzo Guarracino, Corrado Bagnoli, Sebastiano Aglieco, Paolo Gera, Sergio Gallo, Stefano Vitale, Eleonora Rimolo, Pierangela Rossi, Enea Roversi, e molti altri. Collabora come recensore con il sito “CasaMatta", con la pagina Facebook “Poeti Oggi” e fa parte della redazione di Laboratori Poesia per cui cura la rubrica “Poesia a confronto”.

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