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La “SmartPoetry” di Alessandra Gasparini

I due librini d’arte di Alessandra Gasparini, “Notebook” e “Tutte le note“, editi da La Centrale Edizioni in tiratura ciascuno di 100 copie, sono accomunati dal fatto di nascere impiegando materiali che sono stati realizzati direttamente dall’autrice sul suo smartphone utilizzando una varietà di fonti e di strumenti: disegni realizzati sullo smartphone, rielaborazione di immagini e di fotografie, la galleria di whatsapp, appunti presi di getto, versi e pensieri in versi, haiku, filastrocche, dediche, elenchi della spesa, promemoria, istruzioni per l’impiego di farmaci, citazioni, riflessioni. Ne consegue un amalgama particolare, in parte ottenuto per giustapposizione pura e semplice, in parte con il riordino tematico o temporale del materiale, il tutto frutto della proiezione, senza filtri ma non per questo estemporanea, della realtà, così come è stata vissuta dall’autrice in particolare nel corso del 2020 a cui è riferibile la maggior parte dei contenuti.

Alessandra Gasparini, autrice teatrale riconosciuta con molte realizzazione alle spalle, si cimenta qui in una prova singolare, concependo un organismo polimorfo, di cui è difficile dare un’identità precisa e che rifugge da classificazioni semplificatrici: è come se assistessimo alla rappresentazione della vita nel suo svolgersi, spesso contraddittorio, eccentrico, immune da un telos ordinatore, ma, paradossalmente, lucidamente razionale perché specchio della indecifrabilità di senso che è tipica del contemporaneo, di una società sfibrata sottoposta dalla pandemia al banco di prova definitivo, capace di smascherarne debolezze e ipocrisie. E Alessandra Gasparini vi riesce con la sua immediatezza espositiva, impressionistica, con la sua tensione etica a cui è indigesto il compromesso ipocrita e il conformismo omologante: alla razionalità asettica dettata dall’emergenza sanitaria contrappone la rivendicazione del valore dei sogni e del fantastico, dell’umanità in carne ed ossa, del bisogno di riavvicinarsi all’altro, della “comunanza”. Le sue parole sono un passaggio, mese dopo mese, attraverso un anno strano, tragicamente non irripetibile, passando dalla reclusione domestica con tutta la sua angoscia alla possibilità successiva, dopo il lockdown, di ricongiungersi con il bene del mondo (la spiaggia ligure, il mare, il sole) e degli affetti (la Parigi dove vive la figlia, città del crogiolo multietnico, dei colori e delle “occasioni” rivelatrici, degli sguardi rapiti a “seguire il percorso di una nuvola”).

Solo la poesia e l’arte possono restituire l’uomo alla sua dimensione originaria, “farlo nuotare nell’aria”, solo con la forza di una parola buona o di un “pennello” deciso, fino a convincerlo con una ricetta semplice e efficace: “Leggere / molto”, “Negare il caos”, “Fare l’amore / spesso”. C’è il bisogno di un ritorno alla libertà, non solo come enunciazione astratta, ma come ribellione salvifica: non a caso “Tutte le note” si chiude con la “parabola in versi” dell’orso Papillon M49, che trova solo nella fuga lo strumento per recuperare il senso della meraviglia, la sola che va ricercata ostinatamente ogni giorno: una lezione che, troppo spesso, abbiamo smarrito come uomini. Non conta allora avere subito lo scotto della sconfitta, quello che l’autrice si rifiuta di certificare con la fotografia o il disegno di un “orso sconfitto”: l’importante è “non stancarsi mai”, credere a “questo dono / di fragile libertà“.

Con questo suo lavoro Alessandra Gasparini ci fa scoprire il gusto di una “SmartPoetry” fresca e genuina, ruvida ma ruspante: l’esatto contrario di quella dilagante “Instant Poetry” o “InstaPoetry”, troppo spesso à la carte e di qualità non sempre eccelsa.

Per informazioni e per l’acquisto del libro di seguito il link con la pagina dell’editore

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