Site icon La poesia di Fabrizio Bregoli

Poesia a confronto: San Martino

Quarantunesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.

Il tema affrontato oggi è San Martino, con il confronto fra poesie di Nievo, Carducci, Pascoli, Govoni, Betocchi.

L’undici Novembre si festeggia San Martino di Tours, celebre per l’episodio miracoloso del taglio del mantello: la giornata dedicata al santo si fa coincidere con la cosiddetta Estate di San Martino, legata a molte feste della cultura popolare contadina; si associa tradizionalmente alla maturazione del vino nuovo e alla scadenza annuale dei contratti di affitto e di mezzadria, con l’obbligo di trasloco dalle terre per tutti coloro che non ricevevano un rinnovo della concessione. Attorno a questa ricorrenza si sono scritte diverse poesie che sono legate fra di loro da debiti vari e reciproche influenze.

Consideriamo per prima la poesia del giovane Nievo, di gusto tipicamente tardo romantico, tutta giocata su un paesaggio di nebbie in cui il sole pare dare il proprio addio (“vale”) alla Terra, lasciando come congedo “il natio candor” delle cime “nevose”. Il paesaggio diventa un traslato dello stato d’animo del poeta, l’invito a credere ancora nella possibilità di risorgere e riacquistare “le pure / soavità d’amor”.

Si ispira proprio a questa poesia Carducci nel comporre la sua odicina anacreontica, affine alla poesia di Nievo anche per la struttura metrica. L’atmosfera di festa che presiede alla stagione del vino nuovo (“va l’aspro odor de i vini/ l’anime a rallegrar”, “Gira su’ ceppi accesi / lo spiedo scoppiettando”) sembra essere turbata da alcuni presagi funesti che rendono inquieto e problematico il quadro di insieme (“urla e biancheggia il mar” così espressionistico nella sua forma, e ancora “stormi d’uccelli neri, / com’esuli pensieri”). C’è quasi un impellente presagio di morte che grava sul ritmo apparentemente gioioso e incalzante della composizione e crea quel contrasto enigmatico che è parte del fascino di questa composizione.

[…]

IPPOLITO NIEVO

(Da “Canzoniere” (1855-56-57) – Milano, Redaelli. 1858)

SAN MARTINO

Già un vasto mar di nebbie
E d’ombra il pian sommerge,
Donde il pennon s’aderge
Di qualche fumaiuol.

L’ombra per colli e monti
Inerpicando sale;
Par che l’estremo vale
Mandi alla terra il sol,

E l’ultimo suo raggio
Perdendosi sublime
Sulle nevose cime
Cerca il natio candor.

Tal nel morire a un’alta
Speme sorgendo io pure,
Racquisterò le pure
Soavità d’amor!

GIOSUÈ CARDUCCI

(Da “Rime Nuove” – Zanichelli, 1887)

SAN MARTINO

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

Continua sul blog “Laboratori Poesia“:

http://www.laboratoripoesia.it/poesia-a-confronto-san-martino/

El Greco – San Martino e il mendicante – Immagine di pubblico dominio tratta da https://it.wikipedia.org/wiki/Martino_di_Tours#/media/File:El_Greco_-_San_Mart%C3%ADn_y_el_mendigo.jpg

L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.

Per consultare l’elenco di tutte le uscite del martedì della rubrica Poesia a confronto accedere al link.

Exit mobile version