Quando si parla di Piero Marelli, per chiunque abbia avuto l’opportunità e il privilegio di conoscerlo di persona, di sapere tutta la sua passione e la sua profonda conoscenza della poesia, non si può pensare a lui se non nei termini di un maestro, un punto di riferimento prezioso da cui attingere insegnamenti, consigli, con cui poter intavolare discussioni e conversazioni proficue sulla letteratura, il suo significato, il suo senso.
Traduttore dei poeti provenzali sia in italiano sia in dialetto brianzolo, di Rilke, di Machado, di Apollinaire, di Garcìa Lorca, traduttore di autori contemporanei in dialetto, poeta in lingua e nel dialetto della sua Verano Brianza, curatore di antologie e saggi critici, attore e regista teatrale, drammaturgo, studioso della letteratura e critico, il suo contributo al servizio della poesia è ampiamente documentato e riconosciuto. Il tutto senza clamore, nel silenzio dello studio e della sua costante applicazione nel fare poesia, nel divulgarla e nel difenderla.
Eccolo su Poeti Oggi con un testo nei cui versi netti e taglienti avviene in modo originale la combinazione, per dirla con il suo amato Eliot, di “memoria e desiderio”, un peregrinare fra “cose oscure” a cui si cerca di dare una luce tangibile, pur nella consapevolezza di un “temporale” che si riversa impenitente su di noi, lavora a nostro danno, per l’oblio. E forse sta tutto qui il dono di una vita che, anche se inafferrabile, ci lascia sempre e comunque “a bocca aperta”.
La poesia è tratta dalla raccolta Muri a secco (RP Libri, 2019), antologia in cui poesia in lingua e in dialetto comunicano fra di loro, come potete approfondire al link sopra.
Sempre su Piero Marelli
Il testimone – una riflessione di Paolo Gera – Carte Sensibili
Piero Marelli su Notizie da Patmos – dalla prefazione al libro
Una selezione di poesie sul blog Poesia del nostro tempo