Site icon La poesia di Fabrizio Bregoli

Poesia a confronto: Automobili

Trentasettesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.

Il tema affrontato oggi è Automobili, con il confronto fra poesie di Marinetti, Sereni, Roversi, Rodari.

L’automobile continua a mantenere, a più di un secolo di distanza dalla sua invenzione, un fascino irresistibile, tanto che non sorprende che anche molti poeti ne siano stati sedotti fino ad includerla o a renderla protagonista dei loro versi.

Fautori di una poesia del contemporaneo che portava a dare assoluto rilievo alla macchina, come segno tangibile dell’innovazione tecnologica, furono in particolare i futuristi. Leggiamo ai punti 4 e 5 del “Manifesto” apparso su “Le Figaro” (qui automobile ha genere maschile nell’originale):

  1. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
  2. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.

Conferma tangibile del manifesto è dunque questa poesia di Marinetti, vero e proprio inno alla velocità di cui si dà evidenza anche con espedienti grafici precisi (“crrrrollanti a prrrrecipizio / interrrrrminabilmente”) oltre che con la metafora del “galoppo” che ha continui richiami nel testo. È un viaggio interstellare che si prospetta alla fine della poesia, anticipando parte della fantascienza che sarà: viaggio “sull’inebriante fiume degli astri / che si gonfia in piena nel gran letto celeste”. La modernità della poesia è tutta nel tema più che nella struttura metrica e nell’impostazione; le stesse metafore infatti, anche se si riferiscono al mondo tecnologico, mantengono un certo sapore dannunziano di fondo.

[…]

Continua sul blog “Laboratori Poesia“:

http://www.laboratoripoesia.it/poesia-a-confronto-automobili/

FILIPPO TOMMASO MARINETTI

(Da “Lussuria-Velocità”, 1921)

ALL’AUTOMOBILE DA CORSA

Veemente dio d’una razza d’acciaio,
Automobile ebbra di spazio,
che scalpiti e fremi d’angoscia
rodendo il morso con striduli denti…
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma
e d’oli minerali,
avido d’orizzonti, di prede siderali…
Io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!…
Allento finalmente
le tue metalliche redini,
e tu con voluttà ti slanci
nell’Infinito liberatore!
All’abbaiare della tua grande voce
ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
accelerando il suo sanguinolento
palpito, all’orizzonte…
Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù…

Che importa, mio démone bello?
Io sono in tua balìa!… Prendimi!… Prendimi! …
Sulla terra assordata, benché tutta vibri
d’echi loquaci;
sotto il cielo acciecato, benché folto di stelle,
io vado esasperando la mia febbre
ed il mio desiderio,
scudisciandoli a gran colpi di spada.
E a quando a quando alzo il capo
per sentirmi sul collo
in soffice stretta le braccia
folli del vento, vellutate e freschissime…

Sono tue quelle braccia ammalianti e lontane
che mi attirano, e il vento
non è che il tuo alito d’abisso,
o Infinito senza fondo che con gioia m’assorbi!…
Ah! ah! vedo a un tratto mulini
neri, dinoccolati,
che sembran correr su l’ali
di tela vertebrata
come su gambe prolisse…

Ora le montagne già stanno per gettare
sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura,
là, a quel sinistro svolto…
Montagne! Mammut in mostruosa mandra,
che pesanti trottate, inarcando
le vostre immense groppe,
eccovi superate, eccovi avvolte
dalla grigia matassa delle nebbie!…
E odo il vago echeggiante rumore
che sulle strade stampano
i favolosi stivali da sette leghe
dei vostri piedi colossali…

O montagne dai freschi mantelli turchini!…
O bei fiumi che respirate
beatamente al chiaro di luna!
O tenebrose pianure!… Io vi sorpasso a galoppo!…
Su questo mio mostro impazzito!…
Stelle! mie stelle! l’udite
il precipitar dei suoi passi?…
Udite voi la sua voce, cui la collera spacca…
la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia…
e il tuonar de’ suoi ferrei polmoni
crrrrollanti a prrrrecipizio
interrrrrminabilmente?…
Accetto la sfida, o mie stelle!…
Più presto!…Ancora più presto!…
E senza posa, né riposo!…
Molla i freni! Non puoi?
Schiàntali, dunque,
che il polso del motore centuplichi i suoi slanci!

Urrà! Non più contatti con questa terra immonda!
Io me ne stacco alfine, ed agilmente volo
sull’inebriante fiume degli astri
che si gonfia in piena nel gran letto celeste!

Photo by Harrison Haines on Pexels.com
Lucio Dalla – Il motore del 2000 (Dalla / Roversi)tratto da Youtube

L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.

Per consultare l’elenco di tutte le uscite del martedì della rubrica Poesia a confronto accedere al link.

Exit mobile version