Ventottesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.
Il tema affrontato oggi è Madrigali, con il confronto fra poesie di Gambara, Tasso, D’Annunzio, Montale.
Da Wikipedia: “Il madrigale è una composizione musicale o lirica, in maggior parte per gruppi di 3-5 voci, originaria dell’Italia, e diffusa in particolare tra Rinascimento e Barocco.” […] “La forma originale del madrigale, assai praticata nel secolo XIV, era costituita da una successione di endecasillabi, di numero variabile da sei a quattordici, ripartiti in brevi strofette con vari incontri di rime e comunque sempre con una rima baciata finale.”
A questo genere, con una selezione di testi, è dedicato il confronto di oggi, con autori sia della tradizione rinascimentale in cui questo genere raggiunse amplissima popolarità e sviluppo, sia con rivisitazioni più moderne in cui, come vedremo, molte delle prescrizioni tecniche sopra indicate risulteranno violate, con una più ampia libertà metrica.
Partiamo con Veronica Gambara, donna fra le prime a rompere il monopolio maschile nella poesia. Il suo madrigale, dedicato al marito, ricade nel canone della poesia amorosa di matrice petrarchesca, di cui è evidente l’influsso. Tutta la composizione ruota sugli “occhi” dell’amato descritti con aggettivi sia elogiativi (“lucenti e belli”, “felici”, “beati e cari”) sia contrastanti fra di loro (“lieti, vaghi, superbi, humili, altieri”) a sottolineare come l’amato sia “vita e morte” per l’autrice, bene irrinunciabile. L’alternanza di endecasillabi e settenari contribuisce a variare la musica, dominata da un’idea di leggerezza e grazia.
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VERONICA GAMBARA
(1485-1550; Da “Le Rime”, a cura di A. Bullock, Firenze, Olschki, 1995)
Occhi lucenti e belli
Com’esser può ch’in un medesmo istante
Nascan da voi sì nove forme, e tante?
Lieti, vaghi, superbi, humili, altieri
Vi mostrate in un punto, onde di speme
E di timor m’empiete,
E tanti effetti dolci, acerbi e fieri
Nel cor arso per voi vengono insieme
Ad ogn’hor che volete.
Hor, poi che voi mia vita e morte sete.
Occhi felici, occhi beati e cari,
Siate sempre sereni, allegri e chiari.
L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
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