Ventiseiesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.
Il tema affrontato oggi è Strani amori, con il confronto fra poesie di Marziale, Bellezza, Mari, Ruffilli.
Non abbiate timore: non è nostra intenzione spacciare testi di canzoni pop per poesia, né Laura Pausini si è decisa a rendere pubblici i suoi versi. Già abbiamo dato a sufficienza con Sandro Bondi, Flavia Vento, Eugenio Scalfari, Sandra Milo (e molti altri che potrei – o dovrei? – dimenticare).
Semplicemente, il tema di oggi è l’amore visto da un’angolazione non convenzionale: in modo ironico, parodico, sarcastico, a seconda dei casi.
Partiamo da un evergreen: Marziale. Nello splendido epigramma proposto, a essere deriso è un amante immotivatamente geloso: la moglie, poco avvenente, non è mai stata desiderata da alcuno; ciò nonostante Ceciliano decide di dotarla di una scorta che ne preservi l’onore, con un esito che è il suo perfetto capovolgimento: “ingens / turba fututorum”!
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MARCO VALERIO MARZIALE
(38 o 41-104 d.c.)
I, 73.
Nullus in urbe fuit tota qui tangere vellet
Uxorem gratis, Caeciliane, tuam,
dum licuit: sed nunc positis custodibus ingens
turba fututorum est: ingeniosus homo es.
I, 73.
Non c’era nessuno, in tutta la città, che volesse
toccare tua moglie gratis, Ceciliano,
quando si poteva: ma ora che l’hai messa sotto custodia
s’è fatta un’intera collezione di escort:
sei davvero un uomo ingegnoso!
(traduzione di Fabrizio Bregoli)
L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
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