Quattordicesimo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia“.
Il tema affrontato oggi è Enopoesia, con il confronto fra poesie di Khayyam, Baudelaire, Yeats, Merini, Kemeny.
Nunc est bibendum! Per cui siete tutti invitati ad alzare i calici e a brindare a queste poesie che hanno come tema comune il vino, l’elemento dionisiaco per eccellenza.
Punto di partenza imprescindibile sono le quartine dell’iraniano Khayyàm, rielaborate in lingua inglese da E. FitzGerald, con un’ottima versione poetica e un più discutibile rispetto filologico della fonte. Il tema ricorrente in Khayyàm è affine al “carpe diem” oraziano: la necessità di contrastare la fugacità e la brevità della vita con il piacere di cui il vino è concreta materializzazione; vino e canto, piacere e poesia sono elementi che si fondono, danno senso alla vita, sono l’antidoto contro la tristezza, strumento apotropaico contro la morte, prima della riduzione in polvere “senza Fine”.
Altro grande estimatore del vino e di tutte le altre sostanze capaci di indurre nell’uomo quello stato di ebbrezza che permette di attingere una realtà altra, immateriale e trascendente, fu Baudelaire a cui si deve la famosa affermazione: “Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere” (” Un homme qui ne boit que de l’eau a un secret à cacher à ses semblables. ” – da “Petits poèmes en prose”, 1868).
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TOMASO KEMENY
(Da “Poemetto gastronomico e altri nutrimenti – Jaca Book, 2012)
POEMETTO GASTRONOMICO – FRAMMENTO QUARTO
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Uno schianto lo Sciacchetrà generoso
dispensa dorato e poi benessere
agli appassionati alla bisboccia.
Ercole, solido come una roccia, tracanna
l’effervescente Sorbara e forza
il coppiere a mescergli anche della docile
Valpolicella, e poi della pastosa
Sossella; né rintuzza
il corposo Chianti Montalbano,
né rifiuta il Frascati
secco e fruttato, né disdegna
il potente Greco di Gerace
fragrante di fiori d’arancio.
Una luce rossa di letizia
Ercole irradia e non sperpera ingiuria
su una vecchia spugna che tartaglia:
«il vino è la zinna dei vecchi»
né gli ripugna la condotta
di un giovane sbruffone
che in presenza di leggiadre signore
e signorine osa, osceno, farsi pubblicità:
«la mia nerchia ha una grande comodità,
nessuna donna larga mi sta»
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L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
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