Nono appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia”.
Il tema affrontato oggi è Rose, con il confronto fra poesie di Rilke, Caproni, Bertolucci, Campana.
Partiamo da un grande classico: Rilke, ma in lingua francese. Nella poesia scelta dalla raccolta “Les Roses”, la rosa, invocata come un libro aperto solo a metà, viene rappresentata in tutto il suo mistero, quelle sue pagine che non verranno mai lette e che contengono il senso della sua profezia. Le farfalle che la visitano ne escono stordite, anche loro incapaci di una decifrazione dell’enigma che contiene nel suo “libro-mago”.
In Dino Campana “le rose” sono un’ossessione che si ripete compulsivamente quasi in ogni verso, diventano l’emblema di un amore che non ha saputo durare (quello con Sibilla Aleramo): è nella figura dell’iterazione che questo concetto si amplifica e prende la forma tragica di amore irrealizzato, come emerge anche dall’uso dei possessivi, amore incapace di farsi “nostro”. Le rose fatte “con il nostro sangue e con le nostre lacrime” sono state capaci di brillare solo un “un momento con il sole nel mattino”, per sfiorire “tra i rovi”, farsi oblio (“E così dimenticammo le rose”): “quel viaggio” che “chiamavamo amore” è rimasto incompiuto.
RAINER MARIA RILKE
Ti vedo, rosa, libro socchiuso
che contiene tante pagine
di felicità compiuta
che nessuno leggerà mai. Libro-mago
che si apre al vento e che può essere letto
a occhi chiusi…,
da cui le farfalle fuggono confuse
per aver avuto le medesime idee.
(traduzione di Fabrizio Bregoli)
[…]
https://it.wikipedia.org/wiki/Rainer_Maria_Rilke#/media/File:Rainer_Maria_Rilke,_1900.jpg
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L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
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