Versi di resistenza e di speranza dalla zona rossa…
Non volevo nomi per morti sconosciuti
eppure volevo che esistessero
volevo che una lingua anonima
– la mia –
parlasse di molte morti anonime.
Ciò che chiamate pace
ha solo il breve sollievo della tregua.
Se nome è anche raggiungere se stessi
nessuno di questi morti ha raggiunto il suo destino.
Non ci sono che luoghi, quelli di un’isola
da cui scrutare il Continente
– l’oriente – le sue guerre
la polvere che gettano a confondere
il verdetto: noi non siamo salvi
noi non salviamo
se non con un coraggio obliquo
con un gesto di minima luce.
(ANTONELLA ANEDDA, da “Notti di pace occidentale” – Donzelli, 1999)
Il termine “Dispacci” è in ricordo affettuoso della poeta Narda Fattori.