Ottavo appuntamento con la rubrica “Poesia a confronto” sul blog “Laboratori Poesia”.
Il tema affrontato oggi è L’era dell’atomo, con il confronto fra poesie di Zanzotto, Hikmet, Quasimodo.
La possibilità per l’uomo contemporaneo di dominare la forza dell’atomo e controllarla per i più diversi scopi, a partire dall’impiego bellico, è sicuramente una delle acquisizioni tecnologiche che maggiormente hanno inciso sulla nostra civiltà, mettendola in discussione alla radice per la potenziale capacità dell’arma atomica di porre fine a questa stessa civiltà. Anche la poesia non poteva quindi esimersi dal trattare questo tema: qui troviamo tre prospettive diverse di lettura.
Nel capolavoro di Zanzotto ci si concentra sull’uomo, su Eatherly, il pilota incaricato, inconsapevole degli effetti che si sarebbero avuti, di sganciare la prima bomba atomica su Hiroshima. Il dramma personale è specchio del dramma collettivo, della nevrosi (“anancasma”) dell’umanità che ambisce alla distruzione (“morte scolice, morte zecca”), simboleggiata in tutto il suo trauma dall’efficace immagine dello “scricchiolio / dal coccige all’occipite”. […]
ANDREA ZANZOTTO
(Da IX Ecloghe – Mondadori – Il Tornasole, 1962)
EATHERLY
Coi tuoi grumi infantili, la tua nonvolenza,
coi tuoi pensieri pronti all’anancasma,
primo ti sei trovato
dove ci si fa scricchiolio
dal coccige all’occipite.
Superstite, guardi l’umano
(tu, pattern confuso, anticipazione
o paleontologia non terrestre,
tu caso ormai da trattati
non più terrestri)
superstite, sempre,
c’è sempre ancora una scheggia di te.
[…]
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L’appuntamento con “Poesia a confronto” è a martedì prossimo.
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