Sia fatta grazia al filo d’erba, all’acqua
che limpida zampilla dalla rupe,
pietà al sonno del baco nella seta,
nel silenzio del solaio clemenza
ai miti scarafaggi della notte,
all’inquietudine dei giorni, al sordo
precipitare del buio alla terra,
s’assolva l’occhio ferino del nibbio
a piombo sull’orma cava del gregge,
sia dato asilo all’ultimo pulviscolo
di polvere strappata a densi cumuli
arsa nel nulla per forgiarne storia.
Perdono all’uomo che cancella l’uomo
cuore di vetro molato d’asfalto
che semina sul vuoto del suo grido,
grazia pietà clemenza asilo
se bandolo di voce appena resta
se cellula residua pulsa ancora.